L'Ultima difesa pontificia di Ancona . Gli avvenimenti 7 -29 settembre 1860

Investimento e Presa di Ancona

Investimento e Presa di Ancona
20 settembre - 3 ottbre 1860

L'Ultima difesa pontificia di Ancona 1860

L'Ultima difesa pontificia di Ancona 1860
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Onore ai Caduti

Onore ai Caduti
Sebastopoli. Vallata di Baraclava. Dopo la cerimonia a ricordo dei soldati sardi caduti nella Guerra di Crimea 1854-1855. Vedi spot in data 22 gennaio 2013

Il combattimento di Loreto detto di Castelfidardo 18 settembre 1860

Il combattimento di Loreto detto di Castelfidardo 18 settembre 1860
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La sintesi del 1860

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Il combattimento di Loreto, detto di Castelfidardo 18 settembre 1860

Il Volume di Massimo Coltrinari, Il Combattimento di Loreto detto di Castelfidardo, 18 settembre 1860, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2009, pagine 332, euro 21, ISBN 978-88-6134-379-5, è disponibile in
II Edizione - Accademia di Oplologia e Militaria
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lunedì 4 gennaio 2010


SCHEDA PREDISPOSTA NEL 2001

L'OSSARIO DELLA BATTAGLIA DI CASTELFIDARDO

L'Ossario

Nella battaglia di Castelfidardo i Caduti furono 64 da parte Sarda ed 88 da parte pontificia. Alcuni feriti morirono alcuni giorni dopo negli ospedali della zona. Per i pontifici cadde il gen. De Pimodan, che è sepolto a San Luigi dei Francesi, a Roma. Le famiglie dei caduti pontifici richiesero il corpo del loro congiunto, che in anni successivi alla battaglia furono consegnati. All'ingresso di Macerata, nella Chiesa di Santa Maria, è posta una lapide in cui si ricorda che in quella chiesa sono sepolti 60 caduti Pontifici.
Gli Italiani, nel 1888 eressero nel luogo della battaglia un Ossario, in cui sono stati raccolti i Caduti Sardi, che non sono stati consegnati alle famiglie. La struttura architettonica dell'Ossario riporta nel suo perimetro incisi i nomi di alcuni dei caduti Sardi, soprattutto gli Ufficiali e i Graduati.
Quando fu costruito l'Ossario i rapporti tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica erano tesissimi. Non si era spenta, in quegli anni, ancora l'eco della violentissima polemica innescata da alcuni aspetti della generale riforma dell'Esercito Italiano voluta nel 1871 dal generale Ricotti Magnani. Tra le proposte ordinative Ricotti incluse anche quella di imporre un anno di volontariato sotto le armi ai giovani ecclesiastici e seminaristi. In un primo momento la proposta del Ministero della Guerra prevedeva l'esenzione dell'obbligo del volontariato per seminaristi, preti e frati a condizione che versassero una somma in denaro allo Stato con l'impegno, in caso di guerra, a prestare servizio come infermieri e cappellani. Il Parlamento, nell'esaminare la proposta, volle modificarla in senso restrittivo includendo nell'anno di volontariato, anche i clerici ed i preti da adibire a compiti sanitari e di assistenza spirituale. Questa decisione scatenò le ire della Curia Romana e della Chiesa in genere, che lanciò una violentissima polemica contro le Istituzioni Italiane, polemica che si protrasse sia con Pio IX che con i sui successori. Lo Stato Italiano non recesse di un millimetro dalle decisioni prese e la riforma Ricotti Magnani divenne legge. La polemica infuriò ancora per anni, ma la legge rimase, tanto che il futuro Papa Giovanni XXIII, Angelo Roncalli, presto servizio come Sergente di Sanità durante la prima guerra mondiale, così come tutti i seminaristi, i preti, ed i frati appartenenti alle classi mobilitate.

Nel 1876 Agostino Depretis, leader della sinistra storica, succede a Minghetti, ma i rapporti tra Stato e Chiesa rimangono così testi che durante la traslazione della salma di Pio IX dal Vaticano alla Chiesa dei Santi Apostoli, a Roma, succedono violenti tafferugli, con intervento di cavalleria e fanteria, impiegate queste truppe per impedire al popolo di Roma, memore dei fatti e misfatti del 1949, di gettare a fiume la salma dell'ultimo papa re.
Con queste premesse, ma se ne potrebbero fare altrettante per sottolineare il clima dei rapporti tra Chiesa e Stato sul finire del secolo, che appare quanto mai inipotizzabile che nell'Ossario eretto in quei anni a Castelfidardo vi siano stati anche raccolti Caduti Pontifici, accanto ai resti dei caduti Italiani.

All'ingresso di Macerata, una lapide posta nel 1961sulla facciata della Chiesa di Santa Maria attesta che in quella chiesa sono sepolti i caduti Pontifici. Ipotesi tutta da verificare in quanto la distanza dal campo di battaglia e la chiesa di Santa Maria e di circa 60 km.
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Ricerche condotte presso L'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, dell'Istituto di Storia dell'Arma del Genio e Onorcaduti, portano ad escludere che nell'Ossario di Castelfidardo vi siano sepolti Caduti Pontifici.

Si può avanzare l'ipotesi che, come per la Croce abusivamente messa, vi siano stati, soprattutto nell'arco delle due guerre, iniziative tali da portare resti di caduti pontifici nell'Ossario Italiano. Tutto questo è da provare e dimostrare, soprattutto quali Caduti, dove erano prima sepolti, chi li ha fatti seppellire nell'Ossario ecc.

Valida appare anche la tesi che tutto questo sia frutto delle voci passate, come fonti orali, di padre in figlio e non controllate. Le popolazioni della valle del Musone hanno, come tradizione orale, molte versioni frutto anche di fantasia, o di scarsa conoscenza dei fatti. Ad esempio, nel 1863, il canonico di Camerano, il paese di fronte a Castelfidardo, ha scritto, in latino, "De Pugna ad Castrumfidardum", tradotto e pubblicato nel 1991, in cui la versione della Battaglia di Castelfidardo è basata sulla fantasia, sui temi clericali e sulla difesa del potere temporali dei Papi. Molte delle versioni popolari e leggende su questo fatto d'armi trovano fonti in questa attività a favore della Chiesa e di Pio IX.

E' pur vero che nel 1903 i proprietari dei terreni limitrofi, senza che le autorità del tempo si opponessero, hanno fatto mettere una croce cattolica sopra la colonna posta al centro del Sacrario. Al riguardo è bene ricordare che papa Pio IX scomunicò tutti coloro che aderivano al processo unitario italiano, in particolare coloro che prendevano le armi contro lo Stato della Chiesa. Quindi tutti i soldati sepolti nel Sacrario sono morti tutti scomunicati. In più vi è sepolto il Cap. Cugia di Sant'Orsola, di famiglia notoriamente laica e mazziniana.
Si potrebbe ulteriormente approfondire questi aspetti con altre documentazioni, frutto di oltre venti anni di ricerche sia in Italia che in Belgio e Francia. Ma tutte dimostrano che è costante per gli eventi del 1860 una mistificazione di come si sono svolti i fatti, tutte volte a diminuire o annullare i significati di questa battaglia, nel quadro dei rapporti fra Stato e Chiesa.

Cerimonia del 18 settembre 2000

La cerimonia tenuta il 18 settembre ultimo scorso ha 'esaltato l'Ossario di Castelfidardo come un Sacrario Europeo, ove sono sepolti Caduti di tutta Europa alla presenza di ambasciatori europei. Una forzatura per un Sacrario di caduti Italiani in un area in cui sono caduti uomini, si provenienti da Austria, Bosnia, Croazia, Svizzera, Francia, Belgio e Spagna, ma inquadrati nell'esercito Pontificio. Era tradizione per questo esercito reclutare, tramite i Nunzi Apostolici, in nazioni ostili al processo unitario italiano. Irlandesi perché cattolici ferventi e bisognosi di una occupazione, Francesi, Belgi e Spagnoli, perché legittimisti e contrari a Napoleone III, i restanti, Austriaci, Croati, Bosniaci, Montenegrini perché sotto dominio austriaco e quindi ostili all'Italia, Svizzeri per tradizione mercenari per la Chiesa cattolica. Vi erano anche due reggimenti di italiani ( chiamati Indigeni). Con la loro presenza si potrebbe anche definire, in una ulteriore forzatura, la battaglia di Castelfidardo, "un episodio di guerra civile", nel solco delle assurdità avallate a posteriori.
Di fronte avevano oltre che piemontesi, lombardi e sardi ( Brigata Regina, 9 e 10 reggimento fanteria) anche emiliani, toscano e romagnoli, oltre che veneti (ovvero reparti provenienti dall'esercito dell'Italia Centrale costituitosi nel 1860 ed inglobati nell'estate del 1860 nell'esercito Sardo).

I Soldati pontifici erano veri soldati, tanto che misero in atto una manovra logistica di primo ordine tanto che dal 14 al 17 settembre tutte le brigate operative si trasferirono, in perfetto ordine, dall'Umbria alle Marche e tutti giunsero sul fronte del fuoco a Castelfidardo. Uomini determinati a impedire agli Italiani a divenire nazione e che lo dimostrarono anche con il loro comportamento alla vigilia della battaglia del 18 settembre quale era il sentimento che li animava: infatti misero a saccheggio le case dei contadini e le cantine di Loreto, alla ricerca di cibo e vino, ed al grido di "chiede i soldi al papa". Erano sicuramente non animati da spirito europeistico, estraneo a quel tempo a tutti i paesi di provenienza.

Parlare dell'Ossario di Castelfidardo come di un Sacrario Europeo è un "non senso". Vi sono raccolti i resti di soldati sardi e quando fu costruito nessuno pensava ad altra destinazione che quella dichiarata.

Presenza degli Ambasciatori Europei

Sarebbe opportuno chiarire questo punto. Risulterebbe che alla manifestazione non sia intervento alcun rappresentante di ambasciate europee accreditate in Italia o in Vaticano. Ma risulterebbe anche che nessun invito sia stato predisposto per questi rappresentanti. Come risulta dalla pubblicazione allegata del Comune di Castelfidardo

L'Unica autorità, oltre a quelle locali, sembra essere mons. Ermanno Carnevali, dell'Arcidiocesi di Ancona Osimo, che peraltro ha celebrato una Messa in un sacrario di soldati che, per adempiere al loro dovere, la Chiesa ha scomunicato.
Massimo Coltrinari

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