mercoledì 22 marzo 2017
Edizione 2003 Nota IV Parte I
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
la
fase esecutiva
Alla sera del 10 Settembre il Comando Pontificio
dirama le disposizioni per la raccolta e 1'adunata delle forze mobili dislocate
in Umbria, sull'asse Terni - Spoleto - Foligno. L'incertezza nella quale il
Generale De La Moricière fu lasciato per tutta la giornata del 10 Settembre non
permise di inviare ordini precisi e tassativi alla Brigata Schmid che 1'll
Settembre, quando ormai era troppo tardi.
Quindi si
incolonnarono verso le Marche le Brigate Cropt e De Pimodan, in totale circa
8.500 uomini. La giornata dell'11 Settembre fu spesa per i preparativi e la
messa in campagna delle truppe. A sera la situazione era la seguente:
2a Brigata (De Pimodan): a Terni; 4 a
Brigata o di riserva (Cropt): a Spoleto; 1 a Brigata (Schmid): a
Città della Pieve; e 3 a Brigata (De Courten): nelle Marche.
Le notizie giunte nella giornata dell'11 Settembre al
Quartier Generale Pontificio a Spoleto ormai sono chiare: 1'insurrezione sarda
era cominciata e Pesaro e Fano, investite. De La Moricière conferma gli ordini
di radunata di tutte le forze a Spoleto, poi di marciare su Colfiorito e,
quindi, su Macerata. Nel diramare questi ordini, il Comandante in Capo
Pontificio valutava che 1'invasione sarda sarebbe stata di molto rallentata
dall'investimento e dalla resistenza delle piazzeforti di Pesaro e quella di Fano. L'ipotesi minima era
individuata in due, tre giorni per Pesaro ed uno-due giorni per Fano. Riteneva,
quindi, di avere tempo sufficiente, sull'ordine di quattro, cinque giorni, per radunare tutte le forze.
Confermava
1'ipotesi di non effettuare nessuna azione contro le truppe del V Corpo
d'Armata sardo che dalla Toscana scendevano in Umbria, incentrando tutta la
manovra sul prevenire quelle del IV Corpo che, era
evidente, puntavano su Ancona.
Alle ore 24 del
12 Settembre le truppe Pontificie iniziarono il movimento: la Brigata Cropt da
Foligno, via Colfiorito, per Serravalle; la Brigata De Pimodan da Spoleto
doveva serrare su Foligno. Iniziava alle ore 24 del 12 Settembre la manovra che
portò i Pontifici al combattimento di Castelfidardo.
I movimenti erano per lo più a forte connotazione
logistica: la Brigata De Pimodan non incontro difficoltà, mentre la Brigata
Cropt ebbe inconvenienti con 1'artiglieria nel tratto Foligno - Scopoli e Case
Nove - Cantoni, data la forte pendenza. Si dovette aggiogare un paio di buoi ad
ogni traino, non essendo sufficienti le due pariglie regolamentari. Alla sera
del 13 Settembre 1860 la Brigata Cropt era tutta a Serravalle e la Brigata De
Pimodan a Foligno.
La Brigata Cropt ricevuti ordini verbalmente dal
Generale De La Moricière inizio all'alba il movimento da Serravalle a
Tolentino. In testa marciava un battaglione di linea e due pezzi di artiglieria
al Comando del ten. col. Blumenstihl; a 400 metri marciava il resto della
colonna. Non vi era necessità di adottare misure di sicurezza accurate:
informazioni prese presso i contadini davano la strada per Macerata libera; a
sera la Brigata Cropt era a Tolentino. La Brigata De Pimodan lasciava Foligno e
giunse senza intralcio a Serravalle incontrando gli stessi inconvenienti per
1'artiglieria che ave va incontrato Cropt. L'apprezzamento di situazione a
Tolentino, la sera del 14 settembre, era il seguente: la manovra per
raggiungere Ancona era iniziata senza inconvenienti: affinché riuscisse si
doveva ulteriormente accentuare la celerità di ogni movimento, e contare ancora
sulla efficienza del servizio informazioni, al fine di evitare
sorprese.
De La Moricière da Tolentino emanava gli ordini
conseguenti a questo apprezzamento di situazione. Le truppe rimaste in Umbria
le pose alle dirette dipendenze del Ministero della Guerra, a Roma. Ordina al
Comandante di Ancona, Colonnello Gady, di presidiare Monte Polito, Monte Pelago
e la Lunetta Scrima e di comunicare a mezzo manifesti a tutta la popolazione di
Ancona che il Generale francese Goyon con 25.000 uomini, il 17 Settembre sarà a
Roma con tutta la sua truppa, ovvero i francesi stanno arrivando in aiuto ai
Pontifici.
Telegrafò anche al Colonnello Zambelli ad Ancona: “
Ho ricevuto le vostre lettere del 13 corrente. Inviate tutte le vostre spie in
giro e tenetemi informato esattamente e continuamente delle mosse e delle
posizioni del nemico: non risparmiate denaro.”
Evidente 1'esigenza di essere ben informato sulle
mosse del nemico. De La Moricière cura anche il morale delle sue truppe.
Insiste presso Mons. Gasparoli, Com. Apostolico del Santuario di Loreto per
avere la bandiera così detta di Lepanto:
avere questa insegna alla testa delle truppe è sicuramente un fattore positivo
per il morale. Infine non trascura il fattore celerità; impone una velocità
operativa di ritmo elevato. Ordina a Cropt di proseguire nella notte del 14 sul
15 verso Macerata e di raggiungerla, ed alla Brigata De Pimodan di raggiungere
Tolentino. Le truppe rispondono bene agli ordini.
Nei giorni 12, 13, 14 Settembre hanno percorso, quelle
di Cropt i 97 chilometri, che separano Spoleto da Tolentino e si stanno
avviando a raggiungere Macerata, distante 17 chilometri; quelle del De Pimodan
ne hanno percorsi 87, (Terni - Serravalle) e si stanno accingendo a per corre i
37 chilometri per poter raggiungere Tolentino. Una velocità operativa di tutto
rilievo, ancora più da sottolineare se si considera che le truppe Pontificie
non erano allenate e non avevano i necessari mezzi logistici completi.
Alla sera del 14 Settembre la situazione è la
seguente: la 1a Brigata ormai circondata a Perugia, la 2 a,
De Pimodan, in marcia su Tolentino, la 3
a , De Courten, interamente riunita ad Ancona, la 4 a, Cropt
in marcia su Macerata.
Durante la giornata del 15 Settembre 1860 la manovra
Pontificia si attua senza intoppi o difficoltà. Cropt arriva a Macerata alle 7
di mattina de1 15 settembre e a questa brigata si aggregano 120 gendarmi del
Capitano Zampieri.
De Pimodan raggiunge Tolentino. Da Macerata De La
Moricière manda un messaggio a Roma, ove fa il punto di situazione. La prima
parte della manovra Pontificia era riuscita: le truppe del V Corpo del Generale
Morozzo Della Rocca non sono riuscite ad agganciare quelle del De La Moricière,
pur distanti solo due giornate di marcia. E’, questo, un insuccesso dei Sardi,
dovuto in primo luogo alla carenza di informazioni, alla scarsa conoscenza dei
luoghi ed infine a ritardi dovuti al fatto di accettare combattimenti isolati,
contro forze Pontificie disperse, alla ricerca di successi facili e parziali.
Una risoluta azione su Foligno, prima che il De La Moricière avesse avuto modo
di iniziare il movimento verso Macerata, avrebbe di molto abbreviato la
campagna.
Macerata non distava che due giornate di marcia da
Ancona. Cropt vi era giunto nella prima mattina del 15: con azione risoluta
poteva esserci a metà della giornata del 17 Settembre. De Pimodan il giorno dopo,
il 18 Settembre: per De La Moricière la realizzazione del suo piano non pareva
proprio impossibile. Nel pomeriggio del 15 Settembre si tiene a Macerata un
Consiglio di Guerra a cui partecipò il Gen. De Pimodan che aveva lasciato
Tolentino a cavallo, scortato da pochi uomini.
Al consiglio partecipano, oltre a Cropt anche il
Colonnello Blunemstihl ed altri Ufficiali Superiori. Nella conferenza si
presero le seguenti decisioni:
proseguire il 16 Settembre su Ancona in due scaglioni, Cropt su Loreto,
De Pimodan su Macerata; seguire, con la
prima colonna la strada più sicura, la seconda avrebbe scelto la stessa strada;
riunire tutte le forze a Loreto; non impegnarsi assolutamente in combattimento; vagliare le decisioni alla luce delle
informazioni ricevute.
Ancona distava 56 chilometri ed occorreva scegliere
bene le successive mosse, in quanto i Sardi erano in veloce movimento verso
Sud. De Pimodan ritornò alla sua brigata, a Tolentino, non senza aver fatto una
ulteriore analisi della situazione con De La Moricière: conclusero che la
miglior cosa da fare era quella di riunire tutte le forze a Loreto. Alle 2
antimeridiane del 16 Settembre 1860 al Generale De La Moricière giunsero
ulteriori informazioni e notizie sui movimenti delle truppe sarde.
Si seppe che Cialdini puntava con il grosso delle
truppe su Filottrano. Era la manovra diversiva attuata fittiziamente dal
Cialdini, di cui si dirà quando analizzeremo la manovra del IV Corpo, volta a
confondere il nemico.
Su questa informazione, le truppe sarde su Filottrano,
il De La Moricière, alle 3 antimeridiane del 16 Settembre, decideva i seguenti
movimenti: la colonna Cropt prendesse la
strada sul dorso dei colli fra il Chienti e il Potenza e, per Monte Santo,
Santa Maria in Potenza, raggiungesse Porto Recanati; la colonna De Pimodan, seguisse la medesima
strada.
Le ragioni di questo ordine tattico, complesse.
Pressato dalla necessità di giungere a Loreto il più presto possibile, De La
Moricière prese la strada più lunga, mentre la via diretta era quella per
Recanati. Le ragioni di questo ordine tattico, non certo chiaro a prima vista,
sono da ricercarsi più che nella giustificazione della salvaguardia del tesoro,
nel fatto che De La Moricière era convinto che Cialdini puntasse su Filottrano.
Infatti, De La Moricière saputo che il grosso dell'Esercito Sardo sarebbe stato
presto a Filottrano, ritenne, passando per il Chienti e il Potenza, di
mantenersi il più lontano possibile dal nemico: inoltre aveva il dominio delle
quote, e, quindi, la possibilità di respingere eventuali attacchi di
cavalleria, combattendo su posizioni solide.
Oltre a queste ragioni sarebbe riuscito a porre in
salvo il tesoro dell’Armata.
La decisione di porre in salvo il tesoro, che poteva
essere inviato a Porto Recanati con buona scorta, e che De La Moricière pone,
nel la sua relazione, a fondamento della decisione di prendere la strada più
lunga, non può giustificare la decisione del Comandante in Capo di non prendere
la strada più corta per Loreto. La presenza presunta su Filottrano dei Sardi,
la salvezza del Tesoro, più ragioni di ordine puramente tattico sono alla base
della decisione delle ore 2 del 16 Settembre 1860 e che influenzo in modo
determinante i successivi avvenimenti.
Si arriva, così, all'antivigilia della battaglia di Castelfidardo
I movimenti sono posti in essere dalle 3
antimeridiane: la Brigata Cropt si pone in marcia ed alle ore 18 del 16
Settembre arriva a Porto Recanati, distante da Macerata 31 chilometri. Qui
imbarca il tesoro dell'Armata e, dopo ricognizione, provvede ad occupare
Loreto, distante 5 chilometri, alle ore 24. In totale nel al giornata del 16
Settembre la Brigata aveva percorso 36 chilometri: tale risultato permette una
considerazione.
Se il De La Moricière avesse preso la via di retta
Macerata-Loreto, (23 chilometri) nella giornata del 16 Settembre la colonna
Cropt, essendo la via non occupata dalle truppe sarde poteva giungere ad Ancona
o per lo meno a ridosso di essa. Ovvero la manovra del De La Moricière almeno
per la Brigata Cropt avrebbe potuto aver successo. Più difficile sarebbe stato
per la colonna De Pimodan giungere il 17 ad Ancona, in quanto sicuramente
intercettata dalle avanguardie del Cialdini. Ma in questo caso le opportunità
erano tutte intatte, potendo De La Moricière operare anche con 1e forze di
Ancona, con sortite dalla Piazzaforte.
La Brigata De Pimodan, lasciata all'alba Tolentino
alla sera del 15 Settembre era a Macerata. In testa marciavano solo due
compagnie; in retroguardia un battaglione con due pezzi: segno evidente che si
temeva un qualche attacco della Cavalleria sarda alle spalle proveniente da
Filottrano. E questo avvalora ancor più il fatto che la presunta occupazione di
Filottrano era alla base delle decisioni Pontificie.
La sera del 16 Settembre 1860 la Brigata Cropt era a Loreto e quella De Pimodan a
Macerata.
La giornata del 17 Settembre fu dedicata completamente
a rettificare le posizioni: ormai De La Moricière aveva deciso di aspettare De
Pimodan a Loreto e qui radunare tutte le sue forze. Dispose quindi che a Loreto
si creasse un semicerchio difensivo di avamposti, con punti di osservazione e
di presidio alcuni verso la strada per Recanati e altri verso quella per Porto
Recanati. Osservatori furono posti nei luoghi più alti della città. Nel primo
pomeriggio giunse a Loreto la colonna De Pimodan, stanca, affamata, ma con il
morale alto e ben saldo.
Uno degli interrogativi che a questo punto si possono
porre è quello relativo alla domanda se la manovra del De La Moricière riuscì?
Secondo i presupposti di base occorre rispondere
negativamente: non gli riuscì di giungere ad Ancona con tutte le forze
stanziate in Umbria. La sera del 17 Settembre era costretto a prendere in esame
1'ipotesi di impegnare un combattimento, cosa che voleva assolutamente evitare.
Aveva, però, il Generale De La Moricière colto successi parziali: era sfuggito
alle truppe del V Corpo che, indecise, non riuscirono ad agganciarlo; aveva
dimostrato che in pochi mesi era riuscito a forgiare un esercito degno di
questo nome con 1'aver percorso, dal 12 al 16 Settembre, una notevole distanza,
senza che le truppe si sfaldassero.
Infatti tutte quelle partite dall'Umbria raggiunsero Loreto e potevano ancora
raggiungere Ancona, combattendo. Il Generale De La Moricière aveva giocato le
sue carte abbastanza bene, anche se, occorre rilevare che abbia abboccato con
troppa facilità al tranello tesogli dal Cialdini con la notizia che Filottrano
era occupato. Cristoforo De La Moricière
aveva accettato il comando delle truppe papali 1'8 Aprile 1860, dopo insistenze
da parte del Pro Ministro per 1e Armi Xavier de Merode, suo parente.
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