Le bande dovranno essere piccole: 10, 20, 30, 50 uomini per poter più facilmente vivere sul posto e potersi più facilmente spostare e occultare. Le bande grosse si potranno ammettere in seguito, quando attraverso la lotta si saranno addestrate e disciplinate; ma allora saranno divenute corpi mobili e legioni, primo nucleo del nuovo esercito regolare italiano. In questo modo la lotta si farà sempre più generale. Il Bianco suppone già all'inizio gli abitanti in gran parte favorevoli, mordenti il freno della tirannide locale e forestiera; ma questo favore stimolato dapprima, da un lato con elargizioni, aiuti in denaro, in qualche caso concessioni di terre, dall'altro con esecuzioni sommarie ed esemplari d'elementi palesemente o sordamente ostili, dovrà via via farsi sempre più vivo e palese con l'intensificarsi della lotta, coll'aumentare ciel rischio, colla persuasione crescente che non potrà più esservi soluzione intermedia, ma solo la vittoria o la rovina totale: sarà un crescendo di violenza spinta all'esasperazione, al fanatismo, in cui non solo non vi sarà più posto per gli avversari, ma neppure per i tiepidi, per gl'indifferenti, per i neutrali. Tutti quanti, uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri, dovranno partecipare alla lotta, combattendo o aiutando in un modo qualsiasi chi combatte. Non più solo dunque l'accrescersi delle bande, ma la partecipazione sempre più ampia e feroce cli tutta quanta la popolazione alla lotta; e quanto all'Italia, non già i 60 o 80 000 insorti iniziali, non più soltanto i due milioni di atti alle armi, ma dei venti milioni d'abitanti, forse i due terzi impegna ti a combattere o ad assistere chi combatte![1] Coll'intensificarsi della lotta si svilupperà, prima segreta e poi palese, l'organizzazione politica, estendendosi nelle città, nei borghi e nei villaggi; e si svilupperà la formazione di corpi regolari, colonne volanti, via di mezzo fra le bande e le truppe regolari; nerbo di esse dovrebbero essere i veterani delle guerre napoleoniche, 200 000 nel 1814-15 e certo ancora numerosi nel 1829-30, sparsi per tutta Italia, spregiati e trascurati dai vari governi e ridotti a trascinare, dopo tante lotte e tanta gloria, « abbiettamente una miserabile vita ». Altri poi se ne dovrebbero trovare negli elementi più intelligenti e aperti, entrati volontariamente nei vari eserciti, il che vorrebbe dire soprattutto nei sottufficiali e ufficiali inferiori più attivi e di carattere. Dalle colonne volanti si passerà alla formazione di legioni che «saranno la base, il principio dell’esercito regolare italiano, che bel bello ingrossando compirà con brillanti e decisive operazioni la grand'opera della riunione, indipendenza e libertà d’Italia». Ma in realtà, secondo il Bianco, la guerra insurrezionale avrebbe già talmente logorato il nemico da rendere assai facile il compito finale riservato alle forze più o meno regolari: il nemico, spossato e demoralizzato, dovrebbe abbandonare alla fine il paese irriducibile e dovrebbe rinunziare, perché troppo onerosa, alla lotta per risottomettere gente decisa all'estremo sacrificio pur di restar libera.
mercoledì 20 aprile 2022
Carlo Bianco. La Guerra per bande II Parte L' escalation della violenza
Le bande dovranno essere piccole: 10, 20, 30, 50 uomini per poter più facilmente vivere sul posto e potersi più facilmente spostare e occultare. Le bande grosse si potranno ammettere in seguito, quando attraverso la lotta si saranno addestrate e disciplinate; ma allora saranno divenute corpi mobili e legioni, primo nucleo del nuovo esercito regolare italiano. In questo modo la lotta si farà sempre più generale. Il Bianco suppone già all'inizio gli abitanti in gran parte favorevoli, mordenti il freno della tirannide locale e forestiera; ma questo favore stimolato dapprima, da un lato con elargizioni, aiuti in denaro, in qualche caso concessioni di terre, dall'altro con esecuzioni sommarie ed esemplari d'elementi palesemente o sordamente ostili, dovrà via via farsi sempre più vivo e palese con l'intensificarsi della lotta, coll'aumentare ciel rischio, colla persuasione crescente che non potrà più esservi soluzione intermedia, ma solo la vittoria o la rovina totale: sarà un crescendo di violenza spinta all'esasperazione, al fanatismo, in cui non solo non vi sarà più posto per gli avversari, ma neppure per i tiepidi, per gl'indifferenti, per i neutrali. Tutti quanti, uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri, dovranno partecipare alla lotta, combattendo o aiutando in un modo qualsiasi chi combatte. Non più solo dunque l'accrescersi delle bande, ma la partecipazione sempre più ampia e feroce cli tutta quanta la popolazione alla lotta; e quanto all'Italia, non già i 60 o 80 000 insorti iniziali, non più soltanto i due milioni di atti alle armi, ma dei venti milioni d'abitanti, forse i due terzi impegna ti a combattere o ad assistere chi combatte![1] Coll'intensificarsi della lotta si svilupperà, prima segreta e poi palese, l'organizzazione politica, estendendosi nelle città, nei borghi e nei villaggi; e si svilupperà la formazione di corpi regolari, colonne volanti, via di mezzo fra le bande e le truppe regolari; nerbo di esse dovrebbero essere i veterani delle guerre napoleoniche, 200 000 nel 1814-15 e certo ancora numerosi nel 1829-30, sparsi per tutta Italia, spregiati e trascurati dai vari governi e ridotti a trascinare, dopo tante lotte e tanta gloria, « abbiettamente una miserabile vita ». Altri poi se ne dovrebbero trovare negli elementi più intelligenti e aperti, entrati volontariamente nei vari eserciti, il che vorrebbe dire soprattutto nei sottufficiali e ufficiali inferiori più attivi e di carattere. Dalle colonne volanti si passerà alla formazione di legioni che «saranno la base, il principio dell’esercito regolare italiano, che bel bello ingrossando compirà con brillanti e decisive operazioni la grand'opera della riunione, indipendenza e libertà d’Italia». Ma in realtà, secondo il Bianco, la guerra insurrezionale avrebbe già talmente logorato il nemico da rendere assai facile il compito finale riservato alle forze più o meno regolari: il nemico, spossato e demoralizzato, dovrebbe abbandonare alla fine il paese irriducibile e dovrebbe rinunziare, perché troppo onerosa, alla lotta per risottomettere gente decisa all'estremo sacrificio pur di restar libera.
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