Come
s’inizierà l’insurrezione e In
formazione delle bande?
Il condottiero, presa la campagna con 20 o 30 uomini, si porterà nei boschi,
presso i fiumi o sui monti. Comincia a
infestare le strade arrestando i corrieri, fermando diligenze, impadronendosi
della corrispondenza del governo, e subito eliminando i nemici d’Italia. Poscia dovrà piombare sulle località non
presidiate e impadronirsi dei fondi delle casse governative. Con quei denari potrà corrompere capi e
gregari dei posti militari vicini, assoldare
molte guide, provvedere ai più bisognosi della zona, così da mostrare
che egli difende la causa del popolo. In
tal modo avrà facilmente viveri, asilo, aiuto.
E dovrà muoversi continuamente così da rendersi irreperibile, e dovrà
disseminare i suoi. Ad un certo punto avrà da fare i conti coll’azione delle
forze regolari nemiche; ebbene, se lo potrà cercherà di danneggiarle il più
possibile, non concedendo quartiere a nessuno, giacché la guerra di bande non
ammette che si facciano prigionieri: il volontario verrà a trovarsi nella
necessità di combattere fino all’estremo, dato che non troverà a sua volta
quartiere. Ma soprattutto, il
condottiero, sentendosi inferiore e minacciato d'avvolgimento, dovrà sciogliere la banda
così che si ritragga per molte vie e a piccoli nuclei. Nulla importa che la
banda retroceda o fugga e sembri
dissolversi, se tutti sapranno dove e come riunirsi. E allora la lotta
continuerà più che mai inesorabile, e il nemico, che si crederà vincitore, si
troverà di nuovo assalito sui fianchi e alle spalle. Non solo, ma via via i
capi delle bande e i capi delle organizzazioni clandestine dovranno procedere
inesorabilmente all’eliminazione dei nemici e altresì degli stessi elementi
sospetti e infidi. Sarà certamente una cosa atroce, ma necessaria per evitare
un nuovo fallimento della rivoluzione, come già avvenne in Spagna, in
Portogallo, a Napoli e in Piemonte.
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