Lo scontro del 18 settembre 1860
Il Combattimento di
Loreto, detto di Castelfidardo
Massimo Coltrinari*
Dichiarata la guerra l’11
settembre 1860, l’obbiettivo delle forze sarde era la conquista di Ancona e di
Perugia, risultato questo ottenuto il 14 settembre; occorreva portare tutte le
forze sulla seconda.
I Pontefici, stanziati in Umbria
con il grosso dell’esercito, dovevano assolutamente difendere la piazzaforte dorica,
essendo Roma presidiata dalle forze francesi. Inizia il 14 settembre una sorta
di gara tra le truppe del Cialdini, che marciavano lungo la litoranea (Fig. 1) che
volevano impedire che le truppe pontificie raggiungessero Ancona e quelle
Pontificie provenienti dall' Umbria che volevano raggiungerla.
Con marce forzate la sera del 17
settembre i Pontifici, al comando del gen. De La Moriciere hanno raggiunto
Loreto; i Sardi presidiano la linea di cresta Osimo-Castelfidardo-Crocette-Colle
Oro fino al mare: e la genesi dello scontro del 18 settembre.
I Pontifici adottano un piano che
prevede di portare ad Ancona in maggior numero di soldati degli 8500 presenti a
Loreto: scesi in pianura, nella valle del Musone poco prima che questi
raggiunga il mare, si devono ordinare in tre colonne parallele. La colonna di sinistra,
o di attacco, forte di 3500 uomini al Comando del gen. De Pimodan, con il
compito di attaccare le forze sarde e aprirsi la via verso Ancona. La colonna
centrale, o dei grossi con 5000 uomini al comando del generale De La Moriciere,
è quella di destra, 200 uomini, con i carriaggi ed i bagagli. Le colonne devono
avanzare parallelamente. La colonna di sinistra, aperta la via da avanguardia,
si deve trasformare in retroguardia dando sicurezza alla colonna centrale che
deve marciare in avanti in modo spedito; la colonna di destra anch'essa deve
marciare in avanti verso Ancona. Se il piano riesce almeno il 90% delle truppe
pontificie dovrebbe raggiungere Ancona. (Fig. 2. Posizione delle truppe
contrapposte prima della apertura del fuoco – ore 09,00 del 18 settembre 1860)
I Sardi presidiano la strada
postale Loreto-Crocette Ancona e sanno che a valle dei Ponti di Loreto il fiume
Musone è inguadabile. Pertanto non si aspettano dalla loro sinistra nessun
attacco in forze, al più attacchi diversivi. Sarà proprio qui che i pontifici
porteranno l’attacco principale.
Scesi da Loreto in pianura, alle
9,20 i Pontifici che avevano guadato il Musone anche con l'artiglieria (qui è
il punto centrale del loro successo: la sorpresa) attaccano con la colonna di
sinistra con 3500 uomini al comando del Generale De Pimodan le posizioni sarde
consistenti in tre compagnie di Bersaglieri, 450 uomini, distruggendole e
facendo in gran parte prigioniere. La progressione pontificia è costante ed
alle 11 la colonna di attacco respinge i sardi verso le alture di Colle Oro e verso
le Crocette. La via di Ancona è aperta.
La colonna centrale avanza in pianura di pari passo della avanzata di quella di
attacco: sono i momenti cruciali dello scontro. Secondo il piano il De La Moriciére
doveva dare ora l'ordine di procedere in avanti mentre la colonna sinistra si
doveva trasformare in retroguardia. Questo ordine non fu dato. Alle 11,30 viene
ferito a morte il Generale De Pimodan e subito dopo alcuni reparti della
colonna centrale sono agganciati nei combattimenti mentre si manifestano i
primi segni di confusione. Alle 12 la reazione sarda mentre nei file pontificie
la confusione aumenta. Alle 12,30 il De La Moricière da l'ordine che doveva
dare un'ora prima: marciare verso nord, verso Ancona: lui lo esegue ed è
seguito da solo un manipolo di cavalieri, 127 uomini, che saranno gli unici soldati
che raggiungeranno Ancona. Gli altri si sbandano e cercano la salvezza, verso
est, verso la litoranea, circa 1000 uomini, il resto retrocede verso sud, e poi
si rifugia a Loreto. Alle 13 i combattimenti diminuiscono di intensità ed alle
14, quando il Generale Cialdini arriva da Osimo, tutto o quasi è finito. De La
Moriciere arriva ad Ancona alle 17,30 ed è conscio di aver subito una dura
sconfitta: le sue truppe non l’hanno seguito e sono rimaste a Loreto.
Cialdini si propone per l’indomani
19 settembre di dare l'assalto alle mura di Loreto, evidentemente pensando che
i combattimenti del 18 settembre non sono definitivi. ma nella notte tra il 18
e il 19 emissari pontifici chiedono di parlamentare: è la resa, che sarà
firmata alle 12,30 in un casolare di Villa Musone. Il colonnello Goudhoven il
più alto in grado ufficiale pontificio rimasto dichiara che i soldati presenti
Loreto sono oltre 5000. In questo momento il Generale Cialdini apprende che il
giorno prima aveva impedito all’ esercito pontificio di arrivare a ad Ancona.
Da disposizioni affinché tutto il corpo d'armata si riordini ed inizi le
operazioni per l'attacco ad Ancona con la convinzione che la conquista della
piazzaforte sarà, dopo gli eventi del 18 settembre non certamente decisivi, più
facile.[1]
·
Centro Studi CESVAM. Articiolo pubblicato su La Meridiana Settembre 2020
[1] Gli
eventi del 18 settembre 1860 sono stati ricostruiti attraverso ricerche basate
sul metodo storico e sono state pubblicate nei volumi di seguito citati, che
sono disponibili presso la edicola di Luca, sotto le logge ad Osimo Dettagli
sono su: www.coltrinaricastefidardo1860.blogspot.com
Coltrinari M., Il
combattimento di Loreto, detto di Castelfidardo, 18 settembre 1860, Roma,
Edizioni Nuova Cultura- Università La Sapienza, 2009, ill. pag. 330, Euro 21,
ISBN 9788861343795.
Coltrinari M., L’investimento
e la presa di Ancona. La conclusione della campagna di annessione delle Marche,
20 settembre – 8 ottobre 1860, Edizioni Nuova Cultura- Università La
Sapienza, 2010, ill. pag. 280, Euro 20, ISBN 9788861345034.
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