lunedì 19 marzo 2018
18 settembre 1860 La delimitazione del territorio dello scontro
L’identificazione dell’area della battaglia. Per
procedere con metodo in un primo luogo fu necessario delineare ciò che in
teoria si vuole definire (aree di battaglia).
Si adottò il concetto, estremamente empirico e non conforme
al nomenclatore militare in uso sia all’epoca (1860) che nei periodi
successivi, del luogo ove le forze contrapposte (in questo caso le forze sarde
al comando del Cialdini e quelle pontificie al comando del De La Moricière)
entrarono o parteciparono al combattimento.
Questo concetto presupponeva la seguente distinzione:
a) intendere e comprendere nell’area della battaglia le
forze sarde e pontificie disponibili e pronte ad entrare in combattimento a
seguito dell’evolversi degli avvenimenti.
b) (con un approccio più restrittivo) solo quelle che
effettivamente entrarono a contatto e sostennero il combattimento.
Nel primo caso si sarebbero considerate le seguenti località:
- Recanati – Loreto: presenza delle forze mobili
pontificie dal 17 al 19 settembre 1860;
- Colle Oro – Crocette – Castelfidardo – Osimo:
schieramento delle unità del quarto corpo sardo.
- Ponti di Loreto – San Rocchetto: forze di copertura
sarda;
- Camerano: unità della guarnigione pontificia di Ancona
uscita dalla piazzaforte per dare sostegno alle truppe mobili ed attestarsi a
Camerano il 17 settembre 1860.
In questo modo l’area della battaglia era configurata
dal perimetro avente per punti di vertice:
Loreto – Colle Oro – Osimo – Recanati.
Tale area comprendeva al centro la dorsale Colle Oro,
Crocette, Castelfidardo, Osimo.
Questa configurazione dell’area della battaglia,
includente tutte le forze disponibili per il combattimento, anche se valida
sotto il profilo teorico, non poteva essere accettata ai fini museali sia per
la sua vasta dimensione sia per le intrinseche difficoltà di attuazione. Rimase
in ogni caso come una individuazione teorica e come quadro di riferimento
generale.
Il secondo caso comprendeva le seguenti località
(tutte poste sulla riva sinistra del fiume Musone):
-
il punto in cui i carabinieri svizzeri aprirono il
fuoco contro il XXVI battaglione bersaglieri sardo alle 9,20 del 18 settembre
1860;
-
l’area della battaglia detta (Battuta), sede attuale
del Sacrario: oggi vi sorge il sacrario dedicato ai caduti della battaglia di
parte sarda, è l’area in cui si svolsero i combattimenti attorno alla casa
Senerella del Mirà e da cui il de Pimodan operò la conversione verso ovest,
aprendo la via di Ancona alle restanti truppe pontificie (5.000 uomini circa);
-
l’asse Battuta – Santa Casa di Sotto – Casino Sciava.
Area Colle Oro: l’area ove si svolsero i più cruenti scontri; l’asse è la
carrareccia oggi denominata via della Battaglia che corre nella selva di
Castelfidardo.
La brigata di Pimodan fu contenuta dai sardi e poi
respinta qui dai fanti della brigata regina;
-
la località Crocette: posto in un quadrivio, questo
villaggio è rimasto come nel 1860. Vi termina la via della Battagli.
In questa area operano i reparti sardi che
effettivamente entrano in combattimento, ovvero 9° e 10° reggimento fanteria
(brigata Regina), XI, XII, XXVI battaglione bersaglieri, 2° batteria del 5°
reggimento artiglieria, I sezione della 5a batteria dello stesso reggimento, 4a batteria dell’8° reggimento artiglieria e il reggimento lancieri di Novara, in
totale 4880 uomini, 445 cavalli a 14 pezzi di artiglieria.
In questo secondo caso l’area della
battaglia è delimitata dalla riva sinistra del fiume Musone, dal limitare della
selva di Castelfidardo fino alla località Crocette, dall’asse Crocette – Sacrario
della battaglia. Un triangolo relativamente ristretto e per l’80% circa formato
dalla selva di Castelfidardo.
Il fatto che questa delimitazione comprendesse la
selva ed un tratto di pianura leggermente ondulata permise, ad una prima
valutazione, di poter continuare a verificare l’ipotesi di edificazione della
terza struttura museale
massimo coltrinari
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
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