E la questione la pongo nei termini di una rievocazione che per noi è basilare, cioè la ricorrenza del 18 settembre 1860 quando sardi e Pontifici si scontrarono a Castelfidardo. E' consuetudine ricordare questa battaglia risorgimentale, che uni la mostra regione al resto dell'Italia, determinando il passaggio delle marche dallo Stato preunitario, pontificio, al Regno d'Italia. Con la successiva presa di Ancona, e con l'arrivo nella Dorica di Vittorio Emanuele II il 3 ottobre divenimmo parte del Regno d'Italia, prclamato il 17 marzo 1861.
A ricordo di questo evento, fu eretto nel luogo della battaglia un Ossario e un Monumento a Cialdini a ricordo e memoria di quegli eventi. Ora i cattolici, nel loro anno giubilare, intendono celebrare questa data anniversaria, celebrando nell'ossario una messa nella quale chiedono il perdono di quelli che furono i loro errori. Tutto questo viene chiamato la purificazione del perdono. "Nulla questio", in merito. Chi ha il dono della fede, quando riconosce i propri errori ha quell'ottimo istituto della confessione e della assoluzione. Ma tutto questo, cosa centra con una battaglia risorgimentale, nella quale, purtroppo, con le armi dovemmo combattere per avere le nostre libertà, la nostra possibilità di essere non solo cattolici, ma anche ebrei, mussulmani, atei, agnostici, laici, valdesi, ovvero di rispettare e far rispettare il principio "libera chiesa(e) in libero stato, principio sancito dalla nostra Attuale Costituzione.
Che tutto questo perdono possa essere, invece, presentato, come una "rivisitazione del risorgimento" ( leggi: rimettiamo in discussione certi principi) e la mostra di Comunione e Liberazione a Rimini già è un messaggio chiaro, che possa essere presentato come una sorta di cortina più o meno fumosa per avvolgere determinati principi ed idee. Certamente non è bello, vedere questa grossa confusione. E che ci sia un subdolo atteggiamento lo dimostra, almeno per quanto riguarda Castelfidardo il fatto che, nel Monumento Ossario ove sono raccolti i Caduti sardi, sulla colonna, dedicata alla libertà dei popoli delle marche, nel 1903 e tollerata per il resto degli anni, sia stata posta una Croce. Ebbene occorre ricordare che tutti quei soldati erano scomunicati perché avevano preso le armi contro Santa Romana Chiesa, e non risolta che tale scomunica sia stata revocata. Inoltre alcuni di loro erano certamente Massoni e certamente non è una cosa seria vedere una croce che li ricorda. Che poi si voglia scrivere, oggi, la storia con i principi e le idee di oggi, adattando il passato alle esigenze ed alle politiche attuali è un piacevole diversivo che porta anche allegria. Allora, in questa chiave, aspettiamo che Haider vada tranquillamente a Mathausen, o in tanti altri campi di sterminio, a chiedere perdono, e naturalmente aspettiamo che in san Pietro, e prima o poi anche questo accadrà, si possa intonare l'Internazionale o Bandiera Rossa nell'abbraccio fraterno dei fratelli comunisti rientrati, figli prodighi,. nell'alveo di Santa Romana Chiesa. Ma non vi è pericolo già il conto e presentato: il cardinale Ratzinger ha già annunciato che "non vi è salvezza se non nella chiesa cattolica". Ed il giro ricomincia. Chi non è con noi, è contro di noi.
Da piccolo, quando vedevo le edicole che esponevano L'Unità, il giornale dei Comunisti Italiani fondato da A. Gramsci, mi ricordavo quello che mi fu detto: chi compra quel giornale è scomunicato, con tutto quello che significava.
Come la guerra è una cosa troppo serie per lasciarla fare ai generali, così la religione, il mistero di Dio, il senso religioso è una talmente importante che occorre ogni tanto, opporsi con fermezza ai dettami della politica clericale del momento. (Lucifero, Ancona, 2000)
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