L'Ultima difesa pontificia di Ancona . Gli avvenimenti 7 -29 settembre 1860

Investimento e Presa di Ancona

Investimento e Presa di Ancona
20 settembre - 3 ottbre 1860

L'Ultima difesa pontificia di Ancona 1860

L'Ultima difesa pontificia di Ancona 1860
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Onore ai Caduti

Onore ai Caduti
Sebastopoli. Vallata di Baraclava. Dopo la cerimonia a ricordo dei soldati sardi caduti nella Guerra di Crimea 1854-1855. Vedi spot in data 22 gennaio 2013

Il combattimento di Loreto detto di Castelfidardo 18 settembre 1860

Il combattimento di Loreto detto di Castelfidardo 18 settembre 1860
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La sintesi del 1860

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Il combattimento di Loreto, detto di Castelfidardo 18 settembre 1860

Il Volume di Massimo Coltrinari, Il Combattimento di Loreto detto di Castelfidardo, 18 settembre 1860, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2009, pagine 332, euro 21, ISBN 978-88-6134-379-5, è disponibile in
II Edizione - Accademia di Oplologia e Militaria
- in tutte le librerie d'Italia
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- Roma Universita La Sapienza, "Chioschi Gialli"
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venerdì 20 giugno 2025

Tesi di Laurea Gabriele Riccioni L’assedio cristiano cattolico, cristiano ortodosso e musulmano di Ancona del 1799 Premessa

 Master in “Storia militare contemporanea 1796-1960”

L’assedio cristiano cattolico, cristiano ortodosso e musulmano di Ancona del 1799

 ANNO ACCADEMICO 2022/2023

 Alle mie passioni, ai miei valori, a me.


“I francesi trionfavano facilmente contro le insurrezioni parziali di piccole popolazioni sprovvedute di armi, di capi e di ogni altro presidio; ma non potevano domare e molto meno sopprimere lo spirito dell’insurrezione. Nell’Italia, allora assai più religiosa di adesso, l’odio contro le inumanità e le empietà della rivoluzione aveva preceduto l’arrivo delle armate repubblicane; i sacrilegi, gli spogli e le violenze degli attuali governi satelliti della Francia avevano ingrandito l’odio; e l’ira universale non era più tenuta in freno dalla paura, attese le continue vittorie che si andavano raccontando delle armi austriache e delle potenze alleate.”

 

Monaldo Leopardi


PREMESSA

 

 

Quando scelsi di frequentare il Master di I livello in “Storia Militare Contemporanea 1796-1960” all’Università Niccolò Cusano, l’impulso dominante fu quello di voler approfondire dal punto di vista militare gli avvenimenti di maggior rilievo nella storia italiana ed europea degli ultimi due secoli, e di voler in generale accrescere le mie conoscenze storiche, politiche e geografiche di un arco temporale che vede nel continente europeo la formazione degli Stati moderni ed in particolare la nascita dell’Italia unita, così come appare oggi. È per me fonte di spiccato interesse infatti il processo tanto socialmente complesso quanto politicamente articolato che ha portato la penisola italiana a divenire un’unica entità statuale. Credo ci sia molto da conoscere ancora e da approfondire sulle dinamiche politiche e sociali e sulle radici dei processi che hanno accompagnato lo sviluppo dell’idea di unità nazionale, ancor prima che il Risorgimento ebbe inizio. Bisogna partire almeno dall’età napoleonica per percepire come si siano formati i valori nazionalisti non solo sul territorio italiano ma anche in molte aree del vecchio continente, ed il bisogno per le popolazioni italiche di essere indipendenti da entità esterne che nel corso dei secoli precedenti hanno occupato la penisola militarmente, politicamente o meno direttamente guidato le scelte di regnanti locali dalle quali essi dipendevano per soggezione. Iniziando a frequentare il master, le lezioni mi hanno poi dato l’opportunità di approfondire alcune di queste dinamiche che si sono sviluppate tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, proprio nella mia terra d’origine, le Marche. Ho percepito che non è ancora sufficientemente nota la parte importantissima che hanno avuto le Marche, poste nel cuore dell’antico dominio pontificio, nella meravigliosa opera del risorgimento nazionale, soprattutto nel periodo preparatorio che è altrettanto interessante e degno di approfondimento[1]. Ed è proprio su questi limiti di spazio e di tempo in cui ho deciso di concentrarmi per lo sviluppo di questa mia ricerca, che si focalizza in particolare sull’assedio della città di Ancona nel 1799, portato da truppe di una coalizione che ha visto collaborare cristiano ortodossi russi, insieme a cristiani cattolici austriaci, e persino musulmani turchi al fine di arrestare le idee rivoluzionarie francesi che rappresentavano l’arrivo del “nuovo”. Ho strutturato questa tesi dividendola in quattro capitoli, tracciando un percorso che inizia dando un inquadramento geografico e descrivendo il quadro della situazione italiana alla fine del Settecento, per poi introdurre alcuni protagonisti dell’assedio di Ancona, descrivendo le vicende dell’evento storico anche quantificando in termini di uomini secondo quanto citato nelle fonti. La tesi termina poi con la capitolazione, tracciando alcune conclusioni e personali osservazioni. Le conclusioni citate non hanno di certo la velleità di essere esaustive, data la potenziale vastità delle ipotesi sostenibili, ma si tratta in definitiva della mia personale interpretazione di quanto accaduto. I versi che ho citato nella prima pagina di questa tesi appartengono allo scrittore Monaldo Leopardi, padre del celebre poeta marchigiano Giacomo. Il conte recanatese, vissuto tra il 1776 ed il 1847, è tra gli scrittori contemporanei più sollecitanti. Monaldo Leopardi era molto diffidente nei confronti dei gruppi di insorgenti, ed in una delle sue pagine scritte durante il periodo repubblicano distingueva tra il fenomeno dell’insorgenza, che si presentava spesso frantumato in episodi locali senza collegamenti, e lo spirito unitario e profondo che muoveva la popolazione riconducibile alla sua religiosità: “I francesi trionfavano facilmente contro le insurrezioni parziali di piccole popolazione sprovvedute di armi, di capi e di ogni altro presidio; ma non potevano domare e molto meno sopprimere lo spirito dell’insurrezione. Nell’Italia, allora assai più religiosa di adesso, l’odio contro le inumanità e le empietà della rivoluzione aveva preceduto l’arrivo delle armate repubblicane; i sacrilegi, gli spogli e le violenze degli attuali governi satelliti della Francia avevano ingrandito l’odio; e l’ira universale non era più tenuta in freno dalla paura, attese le continue vittorie che si andavano raccontando delle armi austriache e delle potenze alleate”[2].

La Tesi è presso il CESVAM Centro Studi sul Valore Militare Emeroteca

info:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org 

martedì 10 giugno 2025

Rivista QUADERNI N. 1 del 2025 Gennaio Marzo 2025

 


Nota redazionale: (massimo coltrinari, direttore)

Numero dedicato nelle sue pagine di apertura, dopo l’Editoriale del Presidente Magnani  alla Comunicazione del Nastro Azzurro, alla giornata della Donna che cade, come noto, ogni anno l’8 marzo. Si riporta i contributi e la cronaca della consegna dell’Emblema Araldico alla Signora Giovanna Paolone Piermanni, consorte della Medaglia d’Oro al Valore Militare “alla memoria” Sergio Piermanni. A sottolineare questo momento la copertina riporta la scultura “”Le Pagine del Coraggio” scultura predisposta per l’occasione, mentre la IV di copertina è ancora dedicata ad una donna ed ad un suo volume. Questo dopo aver dedicato spazio alla Giornata della Memoria ( 27 Gennaio)

Nella parte “Il mondo da cui veniamo: la Memoria”, Giorgio Madeddu, nel quadro delle ricerche dedicate alla Storia dell’Istituto del Nastro Azzurro, con ampia iconografia, riporta la cronaca della inaugurazione della Via dei Fori Imperiali a Roma nel quadro della Adunata dei Decorati al Valore Militare (28 ottobre 1933); segue in Dibattiti, Manuel Vignola che tratta dell’uso della Medaglia d’Oro come strumento diplomatico e non come ricompensa per atti eroici individuali: quindi, sempre in Dibattiti, Roberto Allegro, ricostruisce la Battaglia di Mortara del 18489, sulla base della sua tesi discussa al Master di Storia Militare Contemporanea. In Archivio, Alessia Biasiolo ci propone uno dei misteri più fitti della fine della guerra, l’Oro di Dongo. Ancora Giorgio Madeddu, dalla Sardegna, ci manda una nota sui 110 anni di esistenza della leggendaria Brigata “Sassari”, come dovuto omaggio a questa Unità delle nostre Forze Armate pregna di valore e tradizioni.

Nella Parte “Il Mondo in cui viviamo: la realtà d’oggi” tutti articoli hanno alla base la Tesi di Master discussa dagli Autori al Master di “Terrorismo e Antiterrorismo internazionale. Andrea Rota, ci parla delle fonti aperte al servizio della sicurezza del paese, Mirko Leone del “ Virtual Human Intelligence”, e Guido Andrea Caironi di un particolare aspetto aeronautico in ambito Guerra Fredda.

Le tradizionali rubriche completano questo numero

Infine, una annotazione sula politica di distribuzione della Rivista “QUADERNI”: l’Indirizzario da questo numero è organizzato su chi ne ha fatto richiesta orale o scritta e chi è impegnato nelle ricerche CESVAM, con le dovute eccezioni; vengono tolti tutti quei indirizzi che erano stati adottati per far conoscere le attività del CESVAM e quindi dell’Istituto del Nastro Azzurro. Sono anche aggiornati le condizioni di abbonamento, come pubblicato in ultima pagina. Decadono tutte le condizioni degli anni precedenti.

 

I di Copertina: Scultura “Le Pagine del Coraggio” della scultrice Paola Grizi, donata al Comune di Potenza Picena in occasione della Giornata della Donna 2025 nel quadro della consegna dell’Emblema Araldico conferito alla MOVM “Alla Memoria” Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri Sergio Piermanni alla Sig.ra Giovanna Paolone Piermanni,

IV di Copertina Monica Apostoli, Il Genio “Telegrafisti” nella Grande Guerra. 3° e 7° Reggimento Genio, Roma, Istituto del Nastro Azzurro Centro Studi sul Valore Militare, 2023

Il presente numero è stato chiuso in tipografia il 28 marzo 2025