venerdì 2 settembre 2011
Un titolo che dovrebbe essere compreso
Nel corso di un incontro nell’ambito della Sezione Studenti e Cultori della Materia nel determinare le linee programmatiche della Collana Storia in Laboratorio per l’anno 2012 è stata avviata una interessante discussione in merito al Volume, Il combattimento di Loreto detto di Castelfidardo, 18 settembre 1860, Roma.
Di fronte alla ennesima interpretazione minimalista e campanilistica con cui questo volume è stato accolto, in cui si adombra il fatto che si tende a sminuire Castelfidardo, è bene precisare che il volume ha il titolo che racchiude, nella sintesi tipica di un titolo, la versione delle due parti contrapposte.
Quella pontificia (Il combattimento di Loreto) e quella sarda ( Il combattimento di Castelfidardo), che è stato proposto in “Il Combattimento di Loreto, detto di Castelfidardo”
Il de Quatrebarbes, Governatore civile di Ancona, da la versione dei fatti del 18 settembre, con un articolo sul Piceno, il 22 settembre 1860 dal titolo “Il Combattimento di Loreto”
Il Cavour, non poteva per ragioni di evidente opportunità politica definire i fatti del 18 settembre con il nome della sede di uno dei santuari più noti d’Italia. Ne tanto meno poteva scegliere il nome di Osimo, che era, notoriamente, una città ad orientamento cattolico. Pertanto fu scelto il nome di un paese piccolo, e sconosciuto, a ridosso dell’area dei combattimenti che non avesse alcun aggancio con il governo e la tradizione pontificia, e che potesse assurgere proprio per la sua inconsistenza ed astoricità a fasto delle glorie d’Italia, come in effetti avvenne.
Da ricordare che tutte le comunicazioni del Cialdini con Torino erano datate “Osimo”, la località più nota e riportata sulle carte del Primo Ministro, anche se aveva posto il suo Comando avanzato a Sant’Agostino, sotto Castelfidardo.
Se esplicitare tutto questo significa diminuire o sminuire Castelfidardo, si è nella condizione di confezionare versioni funzionali a qualche interesse ( di prestigio, turistico, campanilistico ed altro) che, rimanendo nella conoscenza manualistica liceale, mal si allinea con le esigenze della conoscenza storica a tutto tondo.
Per approfondire ulteriormente questo aspetto, nel quadro delle iniziative dedicate al passaggio delle Marche dallo stato preunitario allo Stato Nazionale, si terrà nel prossimo mese di ottobre una tavola rotonda.
Di fronte alla ennesima interpretazione minimalista e campanilistica con cui questo volume è stato accolto, in cui si adombra il fatto che si tende a sminuire Castelfidardo, è bene precisare che il volume ha il titolo che racchiude, nella sintesi tipica di un titolo, la versione delle due parti contrapposte.
Quella pontificia (Il combattimento di Loreto) e quella sarda ( Il combattimento di Castelfidardo), che è stato proposto in “Il Combattimento di Loreto, detto di Castelfidardo”
Il de Quatrebarbes, Governatore civile di Ancona, da la versione dei fatti del 18 settembre, con un articolo sul Piceno, il 22 settembre 1860 dal titolo “Il Combattimento di Loreto”
Il Cavour, non poteva per ragioni di evidente opportunità politica definire i fatti del 18 settembre con il nome della sede di uno dei santuari più noti d’Italia. Ne tanto meno poteva scegliere il nome di Osimo, che era, notoriamente, una città ad orientamento cattolico. Pertanto fu scelto il nome di un paese piccolo, e sconosciuto, a ridosso dell’area dei combattimenti che non avesse alcun aggancio con il governo e la tradizione pontificia, e che potesse assurgere proprio per la sua inconsistenza ed astoricità a fasto delle glorie d’Italia, come in effetti avvenne.
Da ricordare che tutte le comunicazioni del Cialdini con Torino erano datate “Osimo”, la località più nota e riportata sulle carte del Primo Ministro, anche se aveva posto il suo Comando avanzato a Sant’Agostino, sotto Castelfidardo.
Se esplicitare tutto questo significa diminuire o sminuire Castelfidardo, si è nella condizione di confezionare versioni funzionali a qualche interesse ( di prestigio, turistico, campanilistico ed altro) che, rimanendo nella conoscenza manualistica liceale, mal si allinea con le esigenze della conoscenza storica a tutto tondo.
Per approfondire ulteriormente questo aspetto, nel quadro delle iniziative dedicate al passaggio delle Marche dallo stato preunitario allo Stato Nazionale, si terrà nel prossimo mese di ottobre una tavola rotonda.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento