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QUADERNI ON LINE IN:
Il passaggio delle Marche dallo Stato preunitario allo Stato nazionale nel 1860 è il punto di partenza per presentare in questo spazio la Storia Militare del Risorgimento per avviare ricerche relative agli studi sugli Eserciti preunitari ed il valore militare nel Risorgimento. l blog è espressione esterna del CESVAM - Istituto del nastro Azzurro. Curatore: Massimo Coltrinari. e mail centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.con
QUADERNI ON LINE IN:
settembre 1860. Lo
scontro di Castelfidardo
Cialdini era in Osimo.
La presenza, o meno del generale Cialdini sul campo di battaglia
Massimo Coltrinari*
Nella millenaria storia dei
conflitti le informazioni hanno sempre condizionato la scelta dei comandanti. Durante
la Seconda Guerra Mondiale, Eisenhower grazie a alla decriptazione dei messaggi
tedeschi tramite la macchina “Ultra” era a conoscenza delle decisioni tedesche,
quindi potè sbarcare in Normandia convinto che i tedeschi lo considerassero solo
uno sbarco secondario, per loro quello principale doveva essere a Calais.
Quindi non impegnarono le loro riserve corazzate e in Normandia Eisenhower ebbe
la vittoria. Cialdini era in Osimo in quanto durante la giornata del 18
settembre 1860, le informazioni sui Pontifici incisero nei suoi comportamenti
in modo radicale. La chiave di tutto per comprendere questi suoi comportamenti
sta nella azione del Capo di Stato Maggiore Piola Caselli che alla sera e
durante la notte tra il 17 e il 18 settembre svolse una ricognizione lungo la
riva sinistra del Musone. Il fiume a quel tempo aveva una portata d'acqua
superiore all’ attuale e rappresentava un serio ostacolo. Accompagnato dai suoi
ufficiali fidati e da 200 bersaglieri di scorta Piola Caselli constata che il
fiume dai ponti di Loreto al mare è inguardabile non solo gli uomini ma
soprattutto ai carriaggi e dall'artiglieria. Alle 3,30 del 18 settembre rientra
da questa ricognizione al quartier generale di Sant'Agostino e ne riferisce a
Cialdini. Agli occhi del Comandante sardo si presenta un dato preciso a valle
dei ponti di Loreto i Pontifici non possono passare; la conseguenza logica,
quindi, è che possono attaccare solo e solamente o al centro dello schieramento
sardo sull’asse dato dalla strada postale Loreto-Ancona oppure possono
attaccare sulla destra dello schieramento sardo passando per Osimo –Offagna,
essendo il loro obiettivo raggiungere Ancona. Cialdini non è certo della
presenza dei Pontifici Loreto; sa solo che sono in marcia verso Ancona Ma la loro
posizione esatta gli è ignota
Date le disposizioni finali,
Cialdini all’alba del 18 settembre si mette in marcia verso le Crocette, punto
nodale della strada postale Loreto Ancona dello schieramento sardo. Occorre
dire che Cialdini non potevo andare a se non al passo quando si muoveva a
cavallo; questo perché subisce ancora i postumi di una ferita contratta nel
1848 a Vicenza quando era colonnello dell'esercito pontificio. I movimenti di
Cialdini, quindi sono molto legati a questi postumi e sono lenti, muovendosi al
passo. Intorno alle 7 circa arriva alle Crocette. Qui la situazione è calma la
nebbia si spande per tutta la vallata e non vi è ombra di attacco attende per
circa mezz'ora. Lasciate disposizioni al gen. Pes di Villamarina, rientra al
suo quartier generale ed alle 830-9 è
Castelfidardo ritenendo che l'attacco, almeno al centro, ormai era inviato. Non
ha avuto informazioni precise sull'atteggiamento dei pontifici ne ha pensato a
loro modo di comportarsi. Infatti all'alba l'Esercito Pontificio a Loreto, in
modo inusuale nella imminenza di una battaglia ritiene opportuno ascoltare la
Santa Messa, con una comunione finale per tutta la truppa, e poi mettersi in
marcia. I primi reparti muovono da Loreto non all'alba ma intorno alle ore 8,
quando Cialdini era alle Crocette.
La ulteriore possibilità di
attacco era sul fianco destro, cioè nella zona di Osimo, sull’asse stradale
Recanati-Osimo Offagna. Quindi Cialdini reputa utile sposarsi prima a San
Sabino, poi ad Osimo. Qui arriva alle ore 11. In piedi dalle 3 antimeridiane, è
tempo di mangiare. Quindi Cialdini con i suoi sono alla Trattoria del Moro,
fuori Porta Vaccaro (San Marco), ormai tutti convinti che i pontifici
attaccheranno l’indomani. Vengono
servite le cosiddette “tagliatelle in bianco con i piselli”, a quel tempo il
pomodoro non era ancora raggiunto nelle terre nostre.
Gli eventi incalzano. Alle 9, i
soldati Sardi, non essendoci allarmi, ricevono l’ordine di consumare il rancio.
Questo è importante in quanto i soldati sardi combatteranno a stomaco pieno,
mentre i pontifici, per via delle funzioni religiose e della comunione che a
quel tempo prescrive il digiuno dalla mezzanotte, combattono a stomaco vuoto.
Alle 9:20 i pontifici attaccano e
con la loro colonna di sinistra o di attacco sorprendono i saldi e via via
conquistano posizioni risalgono le alture fine a Colle oro e sospingono la
linea Sarda verso le Crocette. Hanno due ore di ritardo. Se avessero attaccato
all’alba, Cialdini sarebbe stato presente nel momento culminate del loro attacco.
Il generale Pes di Villamarina prima invia due battaglioni del 10° fanteria e
poi altri due ovvero tutte reggimento; intanto si rende conto, alle 10,15 che
l'attacco non è un diversivo ma è un attacco molto più consistente Manda ad
avvertire, al quartier generale di Sant'Agostino il tenente Giulio Ricordi. Il Tenente
ricordi ricordi arriva a Sant'Agostino e deve proseguire per Osimo ove arriva
verso le ore 11, 11:30 e riferisce a Cialdini. Questi naturalmente accoglie la
notizia che i combattimenti sono in corso nella parte sinistra dello
schieramento, li dove i pontifici si sapeva che non potevano arrivare. Cialdini
ha una di quelle intemerate di cui è andato famoso, si rimette a cavallo e con
a fianco a piedi il tenente Ricordi che lo riporta nel suo diario, come questo
momento è riportato nei diari di Serristori e Mosto, aiutanti di Cialdini,
ritorna sui suoi passi raggiungere San Sabino, poi Castelfidardo arriva alle
Crocette e via via scende e arriva nel luogo degli scontri alle ore 14, quando
ormai ogni combattimento è terminato Se non quelli residui.
Cialdini prese subito in mano la
situazione e nel pomeriggio predispose i movimenti per dare l’assalto a Loreto
il giorno dopo. Come comandante del Corpo d’Armata, nella giornata del 18
settembre aveva dato tutte le disposizioni necessarie sulla base delle
informazioni disponibili. Il suo comportamento fu ineccepibile, ma come spesso
succede in guerra, la sorpresa facilita il nemico. I pontifici poterono attuarla in virtù delle
migliori informazioni (infatti sentiti i contadini attraverso gli
ecclesiastici, seppero che il Musone era guadabile dai Ponti di Loreto al mare;
su questa informazione basarono il loro piano, che come abbiamo visto la volta
scorsa, riuscì perfettamente. Cialdini
la mattina del 18 settembre era ad Osimo, e lì doveva stare se era coerente con
le informazioni disponibili ed i dettami e la logica del suo piano.[1]
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centrostudicesvam
[1]Fig.
1 Coltrinari M., LO scontro di
Castelfidardo del 18 settembre 1860. La presenza o meno del generale Cialdini
sul campo di battaglia. Estratto dalla Rassegna storica del Risorgimento,
Anno XCIV, Fascicolo III, Luglio –Settembre 2007. La tesi che Cialdini era in Osimo ormai è
accettata. La ricostruzione presentata in questo articolo non ha trovato che
consensi ed ulteriore documentazione a suo sostegno.
4.1. I Piani Operativi
I piani operativi presi in esami sono, per la parte sarda il piano generale di una guerra all’Austria, essendo la Francia alleata, sulla scorta di quanto accaduto nella precedente campagna del 1859; il piano operativo per l’invasione delle Marche e dell’Umbria e il piano per l’investimento della Piazzaforte di Ancona. Per la parte pontificia, quello generale per la difesa dello Stato nel 1860, quello adottato a Loreto il 17 settembre 1860, dopo aver constatato che la via di Ancona era preclusa, e quello adottato per la difesa di Ancona.
Piano Operativo Sardo 1859 - Post in data 19 ottobre 2013