Master In “STORIA MILITARE CONTEMPORANEA 1796-1960-IV EDIZIONE”
GETTYSBURG 1-3 luglio 1863
PREMESSA
Nella prima parte dell’esposizione verrà
ricostruita la battaglia anche con l’aiuto di mappe che ne illustreranno le
principali fasi, successivamente si procederà con uno studio dei principali
momenti della stessa, analizzandone gli aspetti.
INTRODUZIONE
Temporalmente avviene dopo circa 5 anni
dalla fine della guerra di Crimea, l’ultimo conflitto successivo alle guerre
napoleoniche che aveva visto il coinvolgimento di tre fra le più grandi potenze
europee: Gran Bretagna, Francia, Russia e si inserisce fra la seconda e la
terza guerra d’indipendenza italiane, tramite le quali il Regno di Sardegna alleato
della Francia e la Prussia stava proseguendo il processo di unificazione dello
stato italiano. Nel lasso temporale coevo a quello della guerra civile i due
principali conflitti che si verificarono furono: la II Guerra dei Ducati, combattuta
nel 1864 fra Prussia, confederazione di Germania e l’Impero Austro-Ungarico
contro la Danimarca, per una disputa territoriale che verteva sul possesso dei
Ducati di Schleswig ed Holstein, conflitto prodromico all’ascesa della Prussia
a grande potenza europea; l’altro conflitto fu l’intervento francese in Messico
iniziato nel 1862 e concluso nel 1867, volto ad insediare l’arciduca d’Austria
Massimiliano d’Asburgo ad imperatore del Messico.
Il motivo della guerra fu l’elezione di
Abraham Lincoln[1]
a presidente degli Stati Uniti d’America seppur non avendo basato la propria
campagna elettorale sull’abolizione della schiavitù che in quell’epoca era
praticata e tollerata soprattutto negli stati del sud, ne aveva fatto uno dei
capisaldi del suo programma.
I grandi piantatori del Sud con
l’elezione di Lincoln videro pertanto una seria minaccia ai lori introiti
opponendosi al nuovo status considerandolo una violazione ai loro diritti
costituzionali.
La questione della schiavitù aveva però
radici più antiche, essa andava palesemente in contrasto con quelli che erano i
principi della costituzione americana fondati sulla libertà dell’individuo,
infatti dall’inizio del diciannovesimo secolo via via la schiavitù era stata
vietato in tutti gli stati situati a nord
Negli stati
del nord crebbe un forte movimento abolizionista anche sull’onda della
pubblicazione del romanzo “La capanna dello zio Tom” di Harriet Beecher Stowe[2], la cui trama evidenziava
la triste condizione degli schiavi.
Il
timore di rivolte degli schiavi creò negli Stati del sud un sempre più diffuso
clima di diffidenza, se non di aperta ostilità, verso la propaganda abolizionista.
I politici del sud iniziarono ad accusare il nord di abbandonare i veri valori
repubblicani dei padri fondatori, molti dei
quali (come ad esempio George
Washington[3], Thomas
Jefferson[4] e James Madison[5],
per altro tutti originari della Virginia, stato schiavista) avevano avuto
schiavi al proprio servizio.
La questione dell'accettazione della
schiavitù provocò inoltre scissioni tra le principali fedi religiose
(soprattutto nelle chiese presbiteriane, battiste e metodiste), che si
divisero tra quelle del Nord e del Sud.
Il bubbone esplose con la formulazione
del Kansas-Nebraska Act[6], legge che provocò
soprattutto nel Kansas, una guerra civile fra i residenti schiavisti ed
antischiavisti con l’intromissione dei vicini missouriani che spingevano
affinché il parlamento di quello stato fosse a maggioranza schiavista.
Alle soglie del conflitto l’unione era
formata da 35 stati, 15 dei quali ubicati a sud della linea Mason-Dixon[7], erano considerati
“sudisti.” Dopo l’elezione di Lincoln, 11 dei 15 stati sudisti erano
fuoriusciti dall’Unione formando la Confederazione degli Stati d’America alla
cui guida venne posto come presidente: Jefferson Davis[8]. Essi erano: Virginia,
Carolina del Nord, Carolina del Sud, Georgia, Florida, Tennessee, Alabama,
Mississippi, Louisiana, Arkansas e Texas. Nell’Unione erano rimasti 20 stati:
California, Oregon, Maine, New Hampshire, Vermont, Massachussetts, Rhode
Island, Connecticut, New York, New Jersey, Pennsylvania, Ohio, Indiana,
Illinois, Michigan, Wisconsin, Iowa, Minnesota, Kansas ed il sudista e
schiavista Delaware. Dei rimanenti 3 stati “schiavisti”, il Kentucky dapprima
si dichiarò neutrale, mentre nel Missouri ed il Maryland sorse una propria
guerra civile. Infine pur fornendo combattenti alle due parti, questi 3 stati
rimasero nell’Unione. Si evidenzia inoltre come a conflitto iniziato, nello
stato confederato della Virginia avvenne una secessione nella secessione: le
sue contee nord occidentali che si erano espresse contro la separazione,
votarono per la costituzione di uno stato ed esattamente il 20 giugno 1863
nacque la West Virginia che si allineò con l’Unione.
[1] Lincoln, Abraham.
- Statista statunitense (Hodgensville, Kentucky, 1809 - Washington 1865), sedicesimo
presidente degli Stati Uniti d'America. Avvocato autodidatta, convinto
antischiavista, fu deputato per i whig dal 1834 al 1842 al parlamento
dell'Illinois e successivamente al Congresso (1846-49), mentre dal 1856 aderì
al nuovo partito repubblicano. La sua elezione a presidente nel 1860 provocò
una sollevazione degli stati schiavisti, cui seguì la creazione di una
confederazione indipendente e la guerra di secessione. Nel 1863 L. emanò il
proclama di emancipazione dei neri, che aboliva la schiavitù limitatamente,
però, agli Stati scissionisti. Riconfermato presidente nel 1864, l'anno successivo
fece approvare al Congresso l'emendamento alla Costituzione che sanciva
l'abolizione della schiavitù in tutta l'Unione americana. Fu ucciso
poco dopo la resa definitiva dei sudisti. Cit. Enc.
Treccani.
[2] Beecher Stowe, Harriet. - Scrittrice americana, nata a Litchfield
(Connecticut) il 14 giugno 1811, morta a Hartford il 1° luglio 1896. Era di
famiglia distinta; il padre (Lyman Beecher, 1775-1863) e il fratello (Henry
Ward Beecher, 1813-1887) erano pastori evangelici di onorata reputazione. Calvin
Stowe, che ella sposò nel 1836, era pure pastore. Dimorando a Cincinnati, la
St. conobbe la vita degli schiavi negri nel vicino stato di Kentucky, e ne
provò orrore. Nel 1851 scrisse per una rivista (The National Era) il
romanzo Uncle Tom's Cabin (La capanna dello zio Tom),
pubblicato poi come libro nel 1852. Il romanzo, interessante, romantico, ebbe
subito enorme diffusione in ogni parte d'Europa e d'America; è importante
soprattutto come propaganda, e fu anche una delle cause della guerra civile (1861-65),
dalla quale risultò l'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti. Molti altri
romanzi scrisse la St., fra i quali Dred, a Tale of the
Dismal Swamp (1856), The Minister's Wooing (1859);
tutti molto letti, pur senza raggiungere il successo di Uncle Tom's
Cabin, uno dei libri più importanti del suo tempo. Cit. Encic. Treccani.
[3] Washington, George. -
Generale e uomo politico (Bridges Creek, Westmoreland, Virginia, 1732 -
Mount Vernon, Virginia, 1799). Nominato comandante in capo dell'esercito
americano nel 1775, fu presidente della Convenzione costituzionale di Filadelfia (1787) e poco dopo venne eletto primo
presidente degli Stati Uniti d'America (1789), mandato che gli venne rinnovato
una seconda volta. Di idee moderate, fautore di un rafforzamento dei poteri del
governo federale, W. si affidò soprattutto all'opera del suo ministro del
Tesoro, A. Hamilton, pur se cercò una difficile mediazione con le opposte istanze di
cui era portavoce il suo ministro degli Esteri, Thomas Jefferson, sostenitore
delle prerogative degli stati rispetto al potere centrale. Cit.
Encic. Treccani.
[4] Jefferson, Thomas.
- Uomo politico statunitense (Shadwell, Virginia, 1743 - Monticello,
Virginia, 1826). Sostenne la ribellione delle colonie americane contro la
Gran Bretagna, redigendo la Dichiarazione d'indipendenza (4
luglio 1776). Governatore della Virginia (1779 e 1780), promosse la
colonizzazione dei territori dell'Ovest. Segretario di Stato (1789), fu fautore
di una federazione decentrata, di un'economia a base agraria e di una politica
di isolamento dall'Europa, scontrandosi con A. Hamilton e ponendo le basi del Partito repubblicano. Presidente dal
1801 al 1809, nel 1803 acquistò dalla Francia la Louisiana. Cit. Encic. Treccani.
[5] Madison, James. - Statista statunitense (Port Conway,
Virginia, 1751 - Montpellier, Virginia, 1836). Fu delegato per la Virginia alla
Convenzione (1776) e al Congresso continentale (1779-83). Alla Convenzione
di Filadelfia (1787) svolse un ruolo significativo nell'individuare e
promuovere le linee fondamentali
della Costituzione federale degli USA. Segretario di Stato (1801) di T. Jefferson, gli successe alla presidenza nel 1809, permanendo in carica fino
al 1817. Cit. Encic. Treccani.
[6] La legge prevedeva la creazione dei due nuovi Stati,
il Kansas e il Nebraska (divisi dal
40º parallelo). Il problema sorse quando si trattò di decidere se
consentire o vietare lo schiavismo in questi
territori; le possibilità erano due:
·
applicare il compromesso del Missouri del 1820, per il quale al di sopra del 36°30' parallelo (quindi
anche in questi due territori) la schiavitù doveva essere vietata; questa
ipotesi era caldeggiata dagli Stati del nord;
·
applicare un
sistema analogo a quello utilizzato nel compromesso del 1850, col quale California e Nuovo Messico erano stati
ammessi nell'Unione, che lasciava la soluzione della questione a un voto
popolare all'interno dello Stato stesso; questa ipotesi era ben vista dagli
Stati del sud.
Alla fine
prevalse la seconda ipotesi, ma il costo politico di questo provvedimento fu
altissimo. Cit. Wikipedia.
[7]Mason-Dixon Line (o Mason and Dixon
Line) Linea di frontiera
meridionale dello Stato di Pennsylvania negli USA (a eccezione dei suoi 60 km più occidentali, a O
del fiume Monongahela). Fu definita fra il 1763 e il 1767 lungo il 39° lat. N
dai due astronomi C. Mason e J. Dixon, per sostituire un più antico e molto
disputato confine fra Pennsylvania e Maryland. Nel 1779 fu prolungata di 60 km
a O per fare da confine con la Virginia (ora Virginia Occidentale). Nel periodo
che precedette la guerra civile (1861-65) fu considerata la linea che divideva
Stati schiavisti e non. Il nome è ancora usato per indicare il confine ideale
fra gli Stati del Nord e quelli del Sud. Cit. Encicl. Treccani.
[8] Davis, Jefferson. - Uomo politico statunitense (Christian County, Kentucky, 1808 - New Orleans 1889).
Deputato alla Camera federale (1845-46) e senatore (1847-1851, 1857-61),
capo dei democratici del Sud, fu (1853-1857) ministro della Guerra. Favorevole
alla secessione del Sud, si dimise da senatore (1861); nominato generale delle
truppe del Mississippi, divenne
(9 febbraio. 1861) presidente degli stati confederati del Sud.
Organizzò l'esercito sudista con rapidità e abilità notevoli, ma si lasciò
sorprendere dai successi nordisti. Dopo la resa del gen. Lee (apr. 1865),
tentò di raggiungere le truppe sudiste oltre il Mississippi, ma, catturato a
Irwinville il 10 maggio, fu processato per alto tradimento. Fu
amnistiato nel 1868. Passò in ritiro il resto della vita e scrisse Rise
and fall of the confederate government (1881); A short history
of the confederate states of America (1890). Cit. Encic. Treccani
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