L'Ultima difesa pontificia di Ancona . Gli avvenimenti 7 -29 settembre 1860

Investimento e Presa di Ancona

Investimento e Presa di Ancona
20 settembre - 3 ottbre 1860

L'Ultima difesa pontificia di Ancona 1860

L'Ultima difesa pontificia di Ancona 1860
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Onore ai Caduti

Onore ai Caduti
Sebastopoli. Vallata di Baraclava. Dopo la cerimonia a ricordo dei soldati sardi caduti nella Guerra di Crimea 1854-1855. Vedi spot in data 22 gennaio 2013

Il combattimento di Loreto detto di Castelfidardo 18 settembre 1860

Il combattimento di Loreto detto di Castelfidardo 18 settembre 1860
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La sintesi del 1860

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Il combattimento di Loreto, detto di Castelfidardo 18 settembre 1860

Il Volume di Massimo Coltrinari, Il Combattimento di Loreto detto di Castelfidardo, 18 settembre 1860, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2009, pagine 332, euro 21, ISBN 978-88-6134-379-5, è disponibile in
II Edizione - Accademia di Oplologia e Militaria
- in tutte le librerie d'Italia
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domenica 31 agosto 2025

La Calda Estate del 1860.La battaglia per la presa di Ancona V Parte

 


Osimo in mezzo al campo di battaglia: 16 - 17 settembre 1860

Alle 23 del 15 settembre le avanguardie del IV Corpo d’Armata da Torre di Jesi si misero in marcia con destinazione Osimo, obiettivo primario della manovra. In testa il VII Battaglione Bersaglieri seguiti da una sezione della 4a Batteria, poi da tutta la Brigata “Como” e dal resto della 4a Batteria. Le truppe si misero in marcia quasi digiune, non essendo potuto arrivare a Torre di Jesi, per la tendenza della strada, il carreggio dei viveri. La marcia durò fino alle 5 del mattino del 16 settembre. Via via che arrivavano in Osimo le truppe prendevano posizione, ma vi arrivarono stremate. Appena giunti i soldati si stendevano in terra, allentandosi le buffetterie e slacciandosi la divisa. Non diedero un buon spettacolo e l’impressione, per gli Osimani, non fu delle migliori. Si temevano reazioni scomposte, con la diffidenza che si ha per truppe che erano considerate “straniere”. Anche per questo, per evitare tali reazioni, la popolazione iniziò ad offrire pane, formaggio, frutta e vino. Passate le prime ore, ci si accorse che queste truppe erano saldamente in pugno ai propri ufficiali; presto corse voce che avevano avuto precise disposizioni di rispettare ogni cosa, anche le proprietà ecclesiastiche e di non reagire se non in presenza di azioni di fuoco.

Osimo fu presidiata nel seguente modo: col 24° Reggimento fanteria della Brigata “Como” si pose in riserva al centro della città, pronto ad intervenire. Due battaglioni del 23° Reggimento fanteria della stessa brigata furono posti a presidio della porta che guardava verso Ancona (San Marco); gli altri due battaglioni del 23° Reggimento Fanteria si misero a presidio della strada proveniente da Filottrano. Metà della 4a Batteria a sostegno del 23° Reggimento e l’altra a sostegno del 24° Reggimento. Una sezione (due pezzi) fu messa in batteria a Piazza Nuova, ove oggi una targa ricorda questo suo posizionamento. In pratica Osimo, con oltre 900 soldati schierati, era fortemente presidiata. Per tutta la giornata del 16 continuarono ad arrivare le truppe rimanenti

Come sempre in guerra, le notizie sono confuse, contradittorie, parzialmente non vere e false. Cialdini nel movimento verso Osimo ricevette la notizia raccolta da alcuni contadini che De La Moricière era da Macerata in marcia su Filottrano e quindi puntava su Torre di Jesi. Non fu creduta per vera, ma per precauzione fece presidiare dal 16° Reggimento Fanteria Torre di Jesi. Il resto del IV Corpo ebbe l’ordine di raggiungere Osimo nella giornata del 16 settembre. Jesi e Torre di Jesi divennero la base logistica arretrata del IV Corpo d’Armata, mentre la linea operativa di interposizione alla sera del 16 settembre era Osimo. Anche per questo Cialdini riteneva con l’arrivo in Osimo che le posizioni raggiunte fossero sufficienti per interporsi alle forze pontificie provenienti da sud e dirette ad Ancona. La conquista di Osimo fu una brillante azione a carattere logistico che impegnò a fondo le truppe sarde, che dovettero operare in condizioni non certo ottimali, tanto che giunsero sulle posizioni stremate.

Si legge nel Diario del IV Corpo d’Armata:

Non fu mai vista stanchezza che uguagliasse quella delle truppe in questa giornata (16 settembre 1860, n.d.a.). gettandosi nei fossi e nelle campagne vicine, erano sorde alla voce dello stesso generale. Si aggiunga che i carri ed i viveri, i parchi e le riserve viveri tutte rimaste indietro per la natura del terreno e la rapidità della marcia. Onde che le divisioni passarono letteralmente 24 ore senza mangiare.”1

Il Generale Cialdini nel suo rapporto al Generale Fanti ebbe modo di scrivere:

Le salite e le discese di Torre di Jesi quindi l’erta di Osimo allontanarono di nuovo i viveri dai battaglioni; il calore del giorno fu eccessivo; le truppe arrivarono rassegnate fino ad Osimo, ma quelle che dovettero avanzare a Castelfidardo ed alle Crocette oppresse dalla fatica dalla sete e dalla sferza del sole e dalla mancanza si sufficiente alimentazione giunsero in uno stato di prostrazione che le faceva assolutamente incapaci di sostenere il benché minimo combattimento”.2

Questa manovra di interposizione ricorda alla lontana la manovra napoleonica di Ulm, in cui con marce estreme, il Corso riuscì a far capitolare per manovra l’intera guarnigione austriaca di 30.000 uomini. Con la sua manovra, Cialdini pose le premesse per la vittoria dello scontro del 18 settembre.

Via via che giungevano ad Osimo, le truppe a rincalzo scavalcavano quelle che avevano preso posizione e proseguivo verso est. Fu disposto che, al comando del Comandante la Brigata “Bergamo” proseguissero per San Sabino, Castelfidardo Crocette il II ed il XXVI Battaglione Bersaglieri, il Reggimento “Lancieri di Novara” e la 5a Batteria. Gli ordini per queste truppe erano chiari: raggiunto il quadrivio delle Crocette, spingersi verso i ponti di Loreto, se trovati intatti e sgombri da forze nemiche tagliarli e renderli impraticabili. Indi organizzarsi a difesa, pronti a dare l’allarme e a ritirarsi con reazioni dinamiche locali. Era il rafforzamento della linea di interposizione che Cialdini aveva iniziato due giorni prima, che aveva Osimo, ove Cialdini pose il 16 settembre il suo Quartier Generale, il perno centrale.

Ad Osimo furono gironi di tensione e paura. La città presidiata da migliaia di soldati, che aumentavano di numero di ora in ora. Chi arriva e chi partiva. Si comprendeva anche dalle parole dei soldati stessi che un attacco poteva arrivare sia da Ancona che da Loreto, in pratica si era tra due fuochi. Queste paure aumentarono quanto l’indomani le truppe sarde furono poste in allarme in quanto era stata avvista in tarda mattinata una consistente colonna pontificia uscita da Ancona verso Camerano e si dirigeva verso la vallata. Nel pomeriggio si sparse la notizia che le avanguardie di questa colonna erano arrivate a San Biagio. Uno scontro a fuoco era temuto da un momento all’altro.

La notizia si rilevò poi falsa. La colonna al comando del De Courthen era la III Brigata operativa che, rientrata in Ancona, era uscita dalla piazzaforte per andare incontro al De La Moricière che si sapeva essere giunto a Loreto, ma non scese in pianura; si arrestò dopo Camerano e a sera rientro in Ancona. Mentre la stragrande maggioranza delle truppe sarde riposava in quel 17 settembre 1860 il presidio delle posizioni della linea di interposizione di completavano arrivando a Monte San Pellegrino e Colle Oro, ultime propaggini collinose verso il mare. Osimo visse un altro giorno di angoscia e incertezza, con la popolazione che constatava di essere in mezzo ad un campo di battaglia.

1 Coltrinari M., Il combattimento di Loreto, detto di Castelfidardo. 18 settembre 1860., Roma. Università Sapienza, Edizioni Nuova Cultura, 2009, pag. 85


2 Ibidem

mercoledì 20 agosto 2025

La Calda Estate del1860. La battaglia per la presa di Ancona. Dallo Stato d'Assedio alla Prima Linea

 


Osimo incredula è sorpresa dagli avvenimenti

Dallo Stato d’assedio alla prima linea

Ai primi di settembre 1860 qualche cosa di anomalo e di grave fu avvertito ad Osimo. Vi era una frenesia insolita nei responsabili Pontifici; mons. Randi, delegato Apostolico ad Ancona, ma che nel giugno 1859, al momento dei tumulti seguiti alla partenza della guarnigione austriaca per il nord, si era rifugiato in Osimo, ritenendola più sicura, lasciando Ancona di notte e senza dare disposizione alcuna, lasciando una impressione pessima. In quei primi giorni del settembre 1860 aveva dato disposizioni di ripristinare in Osimo luoghi ed uffici “per ogni evenienza”. Le notizie da Roma erano praticamente le solite. Giungevano, invece, in Osimo notizie da Ancona molto inquietanti. La vicenda del cittadino inglese, ma in realtà italiano, Pasquale Tommasi divenne nota a tutti. Questi aveva apertamente violato ogni norma politica agendo e sostenendo le idee liberali e promettendo interventi, anche esterni, per avviare una opposizione che in realtà portava ad una rivolta vera e propria. La Gendarmeria pontificia aveva sequestrato carte compromettenti ed anche materiale di propaganda e politico. Le prove erano schiaccianti. Il Governatore di Ancona De Quattrebarbes ne aveva fatto partecipe non solo il comandante della Piazza, col. O’Gady, ma anche il generale De La Moriciere al suo quartier generale a Spoleto. Il pericolo imminente di una sovversione era palese. L’intervento del console britannico in Ancona fu così pesante che ottenne la liberazione del Pasquali, che fu imbarcato su un piroscafo diretto a Trieste; tutti compresero, di fronte alle accuse evidenti di spionaggio e sovversione, che in tutta la vicenda c’era dietro l’Inghilterra. Che l’Inghilterra, anglicana e massonica, si interessasse così da vicino delle vicende di Ancona e delle Marche lasciava riflettere. In realtà è ampiamente dimostrato che dietro Cavour vi era la Francia, dietro il partito progressista, rivoluzionario e democratico, impersonato da Mazzini, Quadrio, Bertani, e lo stesso Garibaldi ed in Ancona da Alessandro Orsi, vi era l’Inghilterra. Questo non fu mai a fondo tenuto in considerazione dovuta dai responsabili pontifici e dai loro consiglieri austriaci.

Il governatore civile De Quattrebarbes aveva indizi che alimentavano sospetti di sovversione ogni giorno, mentre il comandante della Piazza di Ancona col. O’Gady ordinava ispezioni e ricognizioni in tutto il territorio compreso quello di Osimo. Ai primi di settembre si videro passare reparti pontifici che provenivano da Macerata ed andavano a rafforzare la guarnigione di Ancona. Erano i reparti operativi della III Brigata pontificia al comando del De Courthen: con il suo arrivo, la piazzaforte di Ancona da difensiva divenne offensiva. Oltre alle pattuglie di Gendarmeria nel territorio di Osimo si videro anche pattuglie di soldati a piedi e drappelli di cavalleria. I contadini, venendo in Osimo, oltre che ai loro signori e padroni non facevano mistero che i soldati parlavano apertamente di guerra. Ovvero ci si aspettava che Garibaldi portasse la rivoluzione nello Stato Pontificio, ovvero un attacco da sud.

Le dicerie e le voci si accavallavano sempre più, come quella di un Ufficiale dei Bersaglieri austriaci che era stato pesantemente insultato da alcuni viaggiatori nella carrozza che lo portava da Camerano in Ancona. Questi viaggiatori giunti in città si dileguarono, la polizia arrestò il postiglione ed iniziò varie perquisizioni sia in città che a Camerano. Altre voci riferivano che un soldato della Gendarmeria ausiliare pontificia aveva ferito con la sua spada, durante un alterco, un “rivoluzionario”. Per questo episodio il soldato fu elogiato e ricevette un premo in denaro, mentre una compagnia di soldati fu inviata a Camerano a rinforzo dei reparti di gendarmeria ivi presenti. Anche per questo il ten. Baldoni, comandante della Gendarmeria pontificia di Ancona, venne in Osimo e chiese al Comune di predisporre alloggi e vettovagliamento per circa 100 soldati. Continuavano a passare, soprattutto per la strada postale sotto Castelfidardo, continuamente drappelli di soldati sia a piedi che a cavallo. In Osimo l’inquietitudine aumentava di giornp in giorno: vi erano tanti indizi che qualcosa stava per succedere ma nessuna certezza. Inquietava il silenzio che proveniva da Roma: generalmente dalla Città Eterna arrivano notizie certe e sicure. Molte famiglie di Osimo avevano stretti legami familiari con famiglie romane anche altolocate e a loro si chiedevano notizie; anche loro brancolavano nel buio. Da Pesaro, peraltro, mons. Bellà, delegato apostolico di quella città, aveva informato le Autorità che in Toscana, quasi a ridosso del confine, era stato sequestrato un carico di armi e munizioni diretto prima a Pesaro poi via mare in Ancona.1 Il 5 settembre mons. Bellà lanciò l’allarme. Notizie certe provenienti da Pergola e da Fossombrone parlavano apertamente di rivolta; per questo chiese l’invio a Pesaro di una compagnia di Gendarmeria come rinforzo al III battaglione di fanteria di linea al comando del ten. col Zappi. Era prevista, per informazioni raccolte oltre confine, una sollevazione di Urbino e delle città dell’alto pesarese. Le autorità militari pontificie presero molto sul serio queste notizie temendo l’inizio di una rivolta nelle Marche. Per questo il 6 settembre fu messa in allarme la III Brigata pontificia che da Ancona doveva essere pronta, su ordine, a marciare prima su Pesaro poi su Urbino. Le unità presenti nel pesarese passarono sotto il diretto controllo del ten. col. Zappi. Il 7 settembre giunse la notizia che Pergola e Fossombrone si erano sollevate e dato inizio alla rivolta, disarmando i posti della gendarmeria e costringendo i pochi soldati pontifici a ripiegare su Pesaro. Zappi immediatamente ordinò ad una compagnia di formazione di uscire da Pesaro e portarsi si Pergola e Fossombrone per ristabilire l’ordine. Intanto le prime compagnie della III Brigata uscirono da Ancona e si portarono a Senigallia. Alla sera del 6 settembre le notizie erano ancora più inquietanti tanto che il De Quattrebarbes e il O’Gady, di concerto con il De Courthen, chiesero per l’indomani a De La Moricière di proclamare lo Stato d’Assedio e la legge marziale, per avere più libertà di agire. De La Moricière, da Spoleto, convinto che il vero pericolo provenisse da sud portato da Garibaldi, voleva le sue retrovie tranquille e sotto il suo controllo. Diede l’autorizzazione alla proclamazione dello Stato d’assedio, che fu proclamato per la città di Perugia2 e provincia e poi esteso a tutte le Marche3 il 7 settembre 1860. Appena i manifesti di detta proclamazione furono affissi in Osimo, le preoccupazioni divennero ancora più forti. Alcune famiglie benestanti, memori di quanto era successo il giugno dell’anno precedente, iniziarono a fare preparativi per raggiungere Roma, ritenuta sicura ed al riparo da ogni sovversione. Altri, invece, invitavano alla calma in quanto le forze pontificie erano consistenti, che le autorità avevano la situazione sotto controllo e che prima che Garibaldi arrivasse in Osimo doveva passare del tempo, ricordando che a Roma vi era una guarnigione di 25.000 soldati francesi. Ogni giorno che passava la situazione diveniva, però sempre più grave.

Fa impressione l’edizione ultima del giornale il “Piceno” che si stampava ad Ancona con ampi spazi bianchi, dovuti alla censura esercitata direttamente dal De Quattrebarbes”. Finalmente giunse il Osimo l’edizione del “Giornale di Roma” del 10 settembre 1860 che riportava un’ampia panoramica di quanto stava accadendo nelle Marche. Colpisce che anche Macerata è coinvolta negli eventi sovversivi. Tra l’altro si apprende che un buon tratto dei pali del telegrafo verso Osimo sono stati abbattuti e che sono intervenuti i gendarmi e i cantonieri per ripristinarli.

De La Moricière, De Courthen, O’Gady, de Quatrebarbes, tutti sono determinati a reprimere la rivoluzione sul nascere, assistiti in ciò dai delegati Pontifici, soprattutto mons. Randi a Pesaro e mons. Randi in Ancona. Tutte le forze militari e di polizia vengono mobilitate, e vi è la certezza di poter avere facile successo sui rivoluzionari sia per il numero sia per la determinazione dei comandanti, che non esitano ad impiegare anche l’artiglieria pur di avere ragione di ogni rivolta.

Questo porta un po' di sicurezza in Osimo, anche se la notizia che una colonna di oltre 600 rivoluzionari dalla bassa Romagna ha passato il confine ed invaso Urbino e poi Fossombrone, già in rivolta con Pergola non rassicura. Sono in marcia su queste città consistenti forze pontificie, ovvero tutta la III Brigata operativa uscita da Ancona. Corre voce che hanno ricevuto l’assicurazione che, una volta repressa la rivolta, avranno 12 ore di libertà di saccheggio in queste città per punire la popolazione che appoggia apertamente i rivoluzionari. Tale notizie viene smentita categoricamente da De La Moricière, ma inquieta ancor più gli abitanti di Osimo che ormai hanno la certezza che si andrà incontro a giorni veramente difficili. In questo clima surriscaldato, come un fulmine a ciel sereno che sorprende tutti, giunge la notizia da parte di mons. Bellà che l’11 settembre 1860, le truppe del Regno di Sardegna, gli intimano di sospendere ogni azione contro i rivoluzionari e che contemporaneamente stanno passando il confine e puntano a porre l’assedio a Pesaro. Nessuno in Osimo comprende che cosa stia succedendo, tantomeno immagina che nel giro di quattro giorni Osimo si troverà sulle linee di scontro la l’Esercito Sardo e l’Esercito Pontificio per il possesso di Ancona. E’ l’inizio della invasione delle Marche dell’Umbria di una forza di 35.000 uomini al comando del gen. Fanti. (continua)



1 La notizie indirettamente fu confermata da un agente del servizio segreto pontifici, il Niccolini, che in una lettera al Mons, Randi il 6 settembre in cui scrive che “..dal confine toscano e precisamente in località Luviano dove ai poderi la Sig,ra Buonaparte belle sequestrati e confiscati dalla Finanza Toscana 9 carri di fucili che erano 1500 e cio per essere stati senza regolari recapiti questi erano diretti alla abitazione della predetta Signora. Così siamo sicuri che le armi non sono state a noi introdotte, ma è certo che sono lì ai confini per l’occorrenza” Cfr. Scoccianti S, Appunti sul servizio informativo pontificio nelle Marche nel 1859-1960. Citato in Coltrinari M., L’Ultima difesa pontificia di Ancona 7-29 settembre 1860. La Fine del potere temporale dei Papi nelle Marche, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2014. Pag 255

2 Sono noti i fatti del 1859 accaduti in questa città, che sono passati alla storia come “Le stragi di Perugia”, perpetuate dai soldati della II Brigata operativa al comando del gen Schmit.

3 Tra le misure che suggerisce, anche quella di somministrare una multa di 10.000 scudi a quelle famiglie facoltose che mostrano segni di simpatia per la rivoluzione. Questa misura la ritiene molto più efficace di una scarica di fucileria. Aa Osimo questo provvedimento suggerisce ad alcune famiglie di professare lealtà e fiducia al Governo Pontificio

domenica 10 agosto 2025

INFOCESVAM N. 3 DEL 2025 MAGGIO GIUGNO 2025, 1 LUGLIO 2025

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO XII, 65/66/, N. 3, Maggio - Giugno 2025, 1 luglio 2025

XII/3/1001 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XII anno di edizione, 3 il Bimestre di edizione di INFOCESVAM, 1001 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro, in funzione del supporto scientifico alla offerta formativa dei Master. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento

XII/3/1002 - La sessione estiva di Laurea (Anno Accademico 2024 – 2025 ed anni accademici precedenti) per i Master di 1° Liv. Storia Militare Contemporana e Politica Militare Comparata dal 1960 ad oggi si è tenuta in sede il giorno 16 giugno 2025. Di seguito i nomi dei laureati.

XII/3/1003 – Progetto 2020/2 Prigionia italiana in mano Britannica 1941 -1947. Il Primo volume Africa Orientale Italiana 1935-1940. “Impero: tra realtà e propaganda” è nella versione Bozza 1 Revisione. Compilazione Indici dei Nomi propri, geografici e militari. La copertina è stata composta ed edita.

XII/3/1004 - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Roma. 26 giugno 2025 il Direttore del CESVAM, presso la sede del Gruppo Medaglie d’Oro ha presidetuo alla presentazione del Volume di Giovanni Cecini “ I grandi Eroi della Seconda Guerra Mondiale”

XII/3/1005 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Politica Militare Comparata (vds XII/3/1002) sono: Dr. Casamento; Dr. Corona. Si sono ritirati per questo anno accademico 4 frequentatori.

XII/3/1006 - XII/2/984 – Progetto 2024/4 “Dal Corpo di Liberazione ai Gruppi di Combattimento” Predisposto il Manoscritto 1. Chiesto preventivo di Spesa alla Casa Editrice. Predisposta Bibliografia, Prefazione, Premessa, Ringraziamenti

XII/3/1007 - In distribuzione il n. 2 del 2025 della Rivista QUADERNI. Numero Copie su carta 250, di cui 200 in distribuzione, 10 Archivio Emeroteca, 40 a disposizione. Richiedere copie su carta a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org

XII/3/1008 - E’ in preparazione il “CESVAM REPORT” Settembre 2021 – Agosto 2025. N 4 della Rivista QUADERNI” che completa i Report Settembre 2014 – Agosto 2019 (2019) e Settembre 2019 – Agosto 2021 ( 2021). Richiesto preventivo di Spesa. Edizione speciale della Rivista “QUADERNI”

XII/3/1009 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Storia Militare Contemparane dal 1792 ad oggi (vds XII/3/1002) sono: Dr.ssa Pasin; Dr. Rustioni, Dr.Boldrini, Dr. Piccione, Dr. Picchierri, Dr.Foria. Si sono ritirati per questo anno accademico 5 frequentatori. Tutti i laureati hanno manifesto l’intenzione di continuare a collaborare con il CESVAM

XII/3/1010 – Castelferreti (AN) - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Roma. 26 giugno 2025 il Direttore del CESVAM, insieme al presidente della Federazione Regionale delle Marche, MAVM Claudio Fiori, il 13 giugno 2025 ha presenziato al Convegno “81° anniversario del passaggio del Fronte 1944- 2025. E’ stata svolta la Relazione “Il valore militare al femminile durate la Guerra di Liberazione 1943 – 1945”. Ricordata la staffetta partigiana Teresa Vergalli.

XII/3/1011 - Canale You Tube dedicato all’Istituto del Nastro Azzurro. Mese di Maggio, 4 Video, mese di Giugno, 4 video. Redazione ed edizione a cura del CESVAM I video sono trasmessi ogni giovedì, (ore 08.00). Titolo Canale ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM

XII/3/1012 – In occasione della presentazione (Vds. XII/3/1004 del Volume di Giovanni Cecini il 26 giugno 2025 è stato consegnato l’Emblema Araldico al Dott. Goffredo Zignani, nipote della MOVM Goffredo Zignani, fucilato dai tedeschi il 19 novembre 1943 ad Elbassan (Albania). Il Dott. Goffredo Zignani ha chiesto di iscriversi alla Federazione Provinciale di Ancona, per continuare la collaborazione con il CESVAM.

XII/3/1013 - Progetto 2024/2 – Progetto “ 80° della Liberazione. 1944. I Martiti di Fiesole e gli Eccidi in Toscana”. Collaborazione con la Federazione Regionale della Toscana. Coautore Manuel Vignola. Predisposto il Manoscritto 2. Acquisti i dati della II e III Parte ( Vittine da 2 a 9 e Vittime da 10 a 49) Si hanno quindi tutti gli episodi (1415) in cui si sono avute vittime plurime

XII/3/1014 - Collaborazione CESVAM – Associazioni. Associazione Ex Allievi della Nunziatella Sezione del Lazio. Cinema in Divisa. Dato il contributo alla presentazione dei fil di carattere storico. Ed al Giornale illustrativo. Svolto mercoledi 11 giugno 2025 l’incontro di presentazione, alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri, di Roma, l’incontro di presentazione per il 2025/2026.

XII/3/1015 - La sessione estiva di Laurea (Anno Accademico 2024 – 2025 ed anni accademici precedenti) per i Master di 1° Terrorismo ed Antiterrorismo Internazionale si è tenuta in sede il giorno 30 giugno 2025. Di seguito i nomi dei laureati.

XII/3/1016 - Progetto 2024/3 – Progetto “ Il Valore Militare e le Fosse Ardeatine”. Collaborazione con Aladino Lombardi. Contatti diretti con la Direzione del Museo della Liberazione di Via Tasso a Roma. Predisposto il Manoscritto n. 3. Predisposto i materiali per tutti i decorati. Predispostta Bibliografia, Premessa, Nota Autore, Presentazione e Prefazione .

XII/3/1017 – Pesaro – Collaborazione CESVAM Federazioni. Federazione Provinciale di Pesaro. Federazione Provinciale di Teramo, 13 giugno 2025. “ Lassu dove volano gli eroi. Storie di aviatori pesaresi e teramani. Il Presidente della Federazione Regionale delle marche dell’Istituto MAVM Claudio Fiori ha svolto un intervento sui temi del Valore Militare e suoi significati. Presentata una vetrina con alcune le pubblicazioni del CESVAM e del materiale divulgativo.

XII/3/1018 – Nel prossimo numero si darà conto delle CHAT attivate per agevolare la comunicazione circolare tra tutte le componenti CESVAM

XII/3/1019 - Gli articoli, note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org) entro il 15 luglio 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 3 del 2025. (Uscita luglio 2025)

XII/3/1020 – Progetto 2024/1 – “80° della Guerra di Liberazione. Monte Marrone. 1 -10 Aprile 1944. la svolta”. Predisposto in bozza i capitoli I, II, III, IV, e la Bibliografia generale e di pertinenza. Compilati La Premessa, Introduzione, Bibliografia, Nota dell’Autore. Richiesto il preventivo alla Casa Editrice. Predisposto il Manoscritto 2.

XII/3/1021 - In occasione della Conferenza (Vds. XII/3/1010) il 13 giugno 2025 è stato consegnato l’Emblema Araldico al Dott. Carlo Mariotti Zignani, nipote del pludecorato Carlo Mariotti, combattente della I e della II guerra mondiale Il Dott. Carlo Mariotti è socio della Federazione Provinciale di Ancona dell’Istituto del Nastro Azzurro

XII/3/1022 - I Laureati alla Sessione di Laurea estiva di Terrorismo ed Antiterrosimo (vds XII/3/1015) sono: Dr.ssa Bernardini; Dr. Sprenberg, Dr.Speranza, Dr. Garbo, Dr. Alfano , Dr.Revelli. Dr.Avallone, Dr. Aldramaki. Si sono ritirati per questo anno accademico 6 frequentatori. Alcuni di loro hanno manifesto l’intenzione di continuare a collaborare con il CESVAM

XII/3/1023 - Progetto 2024/3 – Titolo. “Dal Corpo Italiano di Liberazione ai Gruppi di combattimento”. Terminata la raccolta del materiale documentario e di quello iconografico. Predisposto il manoscritto 3. da predisporre la Copertina.Predisposto Nota Autore e Ringraziamenti. Predisposta Bibligrafia

XII/3/1024 – Indirizzo del Canale You Tube dell’Istituto Nastro Azzurro. La parola da digitare sulla icona di ricerca è CESVAM

XII/3/1025 - Prossimo INFOCESVAM (luglio - agosto) sarà pubblicato il 1 settembre 2025. I precedenti numeri di INFOCESVAM (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari) info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org